Un incontro e una mostra per ricordare Pasolini e la sua opera

Organizzati dall’Arco di Castruccio
Nella sala medicea del convento francescano di San Romano, sabato 2 aprile ci sarà la prima di due iniziative dedicate a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita. L’associazione culturale Arco di Castruccio di Montopoli Valdarno ha invitato due dei maggiori esperti della vicenda umana di Pasolini.
Il 2 aprile alle 16,30 ci sarà Stefano Casi, direttore artistico di Teatri di Vita a Bologna, autore di un premiatissimo libro su “I teatri di Pasolini”. Parteciperanno, tra gli altri, il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato Antonio Guicciardini Salini, il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi e l’ex presidente (e adesso coordinatore) dell’Arco di Castruccio Marzio Gabbanini.
Ad introdurre sarà Isabella Gagliardi, da alcune settimane nuova presidente dell’Arco (qui). L’intervento di Casi sarà focalizzato sul teatro di Pasolini e a seguire verrà proiettato il film “Che cosa sono le nuvole?”, con Totò, Laura Betti, Domenico Modugno e Ninetto Davoli. Dietro le quinte di queste iniziative Andrea Mancini. “Ho conosciuto Pasolini – spiaga – nei primi anni ’70. Era venuto a Firenze per un incontro con il suo pubblico, che ricordo imponente. Siamo adesso al centenario della nascita, io non amo queste celebrazioni, ma certo possono essere utili per riportare all’attenzione sul lavoro creativo di un artista e del suo cinema, fatto di opere provocatorie ma anche di veri e propri capolavori, degni di entrare in ogni storia del cinema.
E poi tutto il resto, la poesia, i romanzi, la scrittura civile, che inaugurò la presenza degli intellettuali sulle prime pagine dei giornali, nei programmi televisivi di maggiore ascolto. Pasolini è in questo un iniziatore e dovrà essere riscoperto. In questo senso anche le iniziative che sono prese da più parti, possono essere preziosi momenti di riflessione”.
L’altra iniziativa è dedicata all’immagine, o meglio alle immagini realizzate da Roberto Villa che seguì il regista in Oriente, quando nel 1974 girò l’ultimo capitolo della sua Trilogia della Vita. La mostra resterà aperta dal 9 al 24 aprile.