Dilvo Lotti e Bill Clinton uniti dai cocomeri, l’inedito carteggio dagli archivi della Fondazione
Arzilli: “La catalogazione sta facendo emergere documenti e materiali di enorme importanza. Siamo solo a metà dei libri e ne abbiamo inventariati 8mila”
Cosa unisce la ridente cittadina toscana di San Miniato e l’Arkansas? I cocomeri, ovviamente! Oltre ad un incredibile carteggio fra un pittore e un presidente degli Stati Uniti. E’ questa l’incredibile storia emersa dalle carte dell’archivio della Fondazione Casa del pittore Dilvo Lotti, sul quale da tempo due studentesse universitarie convenzionate, Daria Gastone e Rita Salis, stanno lavorando per inventariare l’enorme mole di documenti ancora tutti da scoprire.
Una quantità incredibile di opere, libri, documenti, manufatti, mobili e chi più ne ha più ne metta, la cui catalogazione è ancora tutta da concludere e sarà molto presto il centro pulsante, insieme alla casa del pittore scomparso nel 2009, del sesto museo sul territorio comunale. Faldoni che l’estate scorsa hanno fatto riemergere un incredibile carteggio che unì, per alcuni mesi, negli anni ’90, l’allora Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e il pittore sanminiatese scomparso nel 2009. Originario dell’Arkansas, Clinton è nato nella cittadina di Hope, nota per la produzione dei cocomeri.
“Nel 1993, dopo aver letto un libro sull’infanzia di Clinton nella cittadina di Hope, Lotti decise, insieme all’artista empolese Antonio Trifoglio e in collaborazione con il Comitato per le Tradizioni Popolari, di preparare un carro di carnevale – spiega l’assessore alla cultura Loredano Arzilli, che in questi anni sta curando la catalogazione dell’enorme patrimonio di opere d’arte, carte e libri in vista della nascita del sesto museo sanminiatese -. Il carro era dedicato proprio alla coppia presidenziale e ai cocomeri, simbolo di Hope”.
Il legame coi cocomeri riguarda una delle più antiche tradizioni popolari sanminiatesi, il Palio di San Rocco Pellegrino, che ogni anno da tempi immemori si conclude in piazza Bonaparte, nel cuore dello storico quartiere Scioa, con giochi popolari per grandi e piccini che culminano nella rottura delle angurie col sedere. “L’omaggio ai Clinton – continua Arzilli – si tenne anche ad agosto, in occasione di San Rocco e, in seguito, decisero di inviare negli Stati Uniti un album di fotografie dedicate proprio alle ‘antiche e nuove risorse di San Miniato’, con foto della città, del Carnevale, alcuni disegni e foto di opere di Lotti e dei suoi amici. Bill Clinton rispose ringraziando per l’omaggio e il Comitato, allora guidato da Luigi Poli e Lotti, decise quindi di scrivere nuovamente ai Clinton invitandoli a San Miniato, ricordando loro che questa città, nel corso del tempo, era stata visitata da personaggi illustri quali Federico II a Napoleone Bonaparte”.
Un’occasione che la coppia non colse mai, malgrado il viaggio a Napoli nel ’94 in occasione del G7. “Nella cartella è stata rinvenuta anche una lettera all’allora sindaco di San Miniato Alfonso Lippi volta a favorire la nascita di un legame fra le città – continua Arzilli – oltre ad un secondo biglietto autografo di Bill e Hillary Clinton che inviano gli auguri di buone feste a Dilvo e a tutto il Comitato.
Storia incredibile che potrebbe essere solo la prima di tante altre che ancora hanno da venire fuori. La catalogazione del patrimonio della Fondazione sta facendo emergere documenti e materiali di enorme importanza per il panorama culturale cittadino – dice ancora Arzilli -. Un lavoro ancora in corso: siamo solo a metà dei libri e ne abbiamo inventariati 8mila. Al momento la catalogazione ha riguardato gli oltre 4mila documenti d’archivio e le 500 opere esposte nelle stanze (quadri, sculture e stampe) mentre, per i 110 pezzi che riguardano la mobilia, la schedatura è al 50%, con 52 pezzi su 110 già catalogati. Un patrimonio inestimabile fatto di scritti di tutti i tipi, compresi gli scambi epistolari con tanti altri artisti dell’epoca”.