“Un medico di San Miniato ha ispirato il mio libro. Poi ho scoperto che la città è legata a mia madre” foto

Boralevi racconta Tutto il sole che c'è a Palazzo Grifoni

“A giugno io mi trovavo a San Vincenzo in libreria e trovo questo libro dove leggo San Miniato al Tedesco. Compro il libro, lo leggo e ne rimango affascinato, così nasce questo evento”. A spiegarlo è il presidente della Fondazione Cr San Miniato Antonio Guicciardini Salini introducendo la presentazione di Tutto il sole che c’è e l’autrice Antonella Boralevi (qui), l’ultimo evento della stagione iniziata a settembre con la presentazione del volume di Sgarbi (qui).

Come un ciclo che deve chiudersi, a San Miniato, Boralevi ha raccontato il suo libro ambientato a San Miniato. “Io a San Miniato ci sono stata solo una volta però mi sono informata sulla città e me ne sono innamorata. E alla fine ho scoperto che San Miniato è legata alla storia della famiglia di mia madre. È incredibile”. Qualcosa di incredibile c’è in ogni libro e in generale in ogni storia. Anche nella “storia della nostra vita”. “Ero nel Chianti – racconta – tre anni fa, in estate e mi slogo una caviglia mentre gioco a tennis in un giardino bellissimo. A un certo punto sento delle voci e mi trovo circondata da persone: dall’allora primario chirurgo di San Miniato, la moglie, e le due figlie, sorelle, una più solare e l’altra, la minore, più cupa, ma attenta, ed erano tutti vestiti anni ‘40. Io a quel punto mi sono messa le mani nei capelli pensando: mi toccherà studiare a fondo tutta la Seconda guerra mondiale. Avevo capito, che i personaggi di una nuova storia mi avevano bussato alla porta di casa”.

È stata dunque l’ispirazione ad andare dall’autrice e non viceversa perché come dice la stessa “le cose più importanti, arrivano loro a cercarti. Tu non sai che le cerchi, o meglio, il tuo cervello sa inconsciamente che le cerca, ma tu non lo sai e alla fine, inevitabilmente, te le trovi davanti. Questo è uno dei messaggi contenuti nel mio romanzo, anche se devo ammettere che la vera ricerca non è mai esterna a noi, ma interiore. La guerra costringe le due sorelle, ma anche tutti gli altri personaggi, a guardarsi dentro, incontrandosi per la prima volta forse. Insomma, la guerra nel mio libro fa quello che ha fatto a noi la pandemia, più specificatamente i mesi che abbiamo passato in lockdown: ci obbliga a conoscerci e a redigere una graduatoria delle nostre vere priorità, ci obbliga a capirci e a capire chi e che cosa conta davvero per noi.

Come scrittrice io mi propongo proprio questo obiettivo: far vivere a voi lettori molte vite diverse, portandovi a fare un viaggio dentro la storia, ma che in realtà è un viaggio dentro voi stessi per farvi conoscere delle parti di voi che non avete ancora letto. I personaggi, infatti, più che entità a se stanti, sono tutte sfaccettature della personalità dell’essere umano, della mia personalità, piena di opposti che alla fine convivono in ognuno di noi: Ottavia è ‘tutto il sole che c’è’, è una di quelle persone solari, pure e genuine che vorresti sempre nella tua vita, mentre Verdiana, la sorella minore, è timida, gelosa e bruttina, ma è anche la spia da cui noi veniamo a conoscenza di tutta la storia”.

La storia ha appunto protagoniste femminili, infatti come dichiara Antonella Boralevi “è una storia della forza delle donne che ci racconta quanto esse siano sempre capaci di conservare la speranza anche quando sembra perduta, più degli uomini talvolta. Ci ricorda la condizione in cui ci trovavamo e dove siamo arrivate adesso. Questo libro, mi ha regalato una consapevolezza: i rimpianti non hanno senso perché nel momento in cui abbiamo fatto una data scelta eravamo una persona diversa da quella che siamo adesso, in questo preciso momento, quindi torturarci e vivere di ‘se’, è solo un modo per impedirci il ‘sarà’ a cui tutti aspiriamo”.

Anche il sindaco Simone Giglioli, riguardo al tema del “sarà” ribadisce: “Tutti auspichiamo a un futuro migliore, dunque ringrazio l’autrice per aver esposto nel suo romanzo quello che ha fatto la Seconda guerra mondiale. Riflettere su quel periodo è importante per andare verso un futuro più luminoso del passato”.

Tutte le storie con un futuro hanno anche un principio, come lo è stata la presentazione di questo libro per la fondazione Opera di Speranza e Cultura di San Miniato, che con questo evento si è ripresentata non solo con un nuovo nome (qui), ma anche con un nuovo volto improntato “all’essenziale, con nuove iniziative che celebrino in territorio dopo il periodo pandemico, sperando che questo sia solo l’inizio di un cammino molto lungo”, afferma il presidente dell’associazione Valerio Martinelli.

Conclude il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca, che oltre a complimentarsi con l’autrice e tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione della serata, dichiara: “Pensavo a come il nome e le realtà di San Miniato si presentano su campi diversi, adesso ad esempio la vediamo sulla narrativa, un nuovo ambito che ci invita a leggere questo romanzo della grande autrice. Inoltre, lei ci ha invitati a immedesimarci in più personaggi, forse è un invito a entrare dentro la mia vita, a entrare nel mio romanzo di vita. Quindi cerchiamo storie nella nostra quotidianità diventando noi stessi narratori della nostra storia”.

La trama

E’ il 10 giugno 1940. Mentre l’Italia di Mussolini entra in guerra, nel giardino incantato di una villa in Toscana quattro ragazzi giocano a tennis. La storia irrompe dentro la loro giovinezza beata e li costringe a prendere in mano la propria vita. La contessina Ottavia Valiani ha 14 anni e il sole addosso. La sorella minore, Verdiana, la spia dall’ombra. È timida, bruttina, forse cattiva. Entrambe vivono la condanna insita nell’essere sorelle e anche donne: una è il metro di giudizio dell’altra.

Divisa tra invidia e ammirazione, decisa a sfidare il legame speciale tra Ottavia e il padre, Verdiana azzarda l’imprevedibile. I Valiani non sono una famiglia come le altre. Un padre affascinante e traditore, conte, chirurgo e podestà di San Miniato. Una madre remissiva ma capace di farsi leonessa. E poi il personale di casa, l’anziana cuoca, la giovane sguattera fiera, la cameriera tedesca. Intorno a loro, fascisti e partigiani, sciantose e contadini, sfollati e nuovi ricchi. Un affresco di destini e di emozioni dove le menzogne diventano verità e le verità bugie, tra ricevimenti e parate fasciste, balli sfrenati e imboscate, palazzi e casolari. In un brulicare di passioni proibite, ostilità segrete, tenerezza struggente, generosità e rancore, su cui sfolgora il fascino misterioso del bel Ranieri, l’amore di Ottavia. Mentre la Grande Storia compie il suo corso, le anime scure si fanno limpide e gli uomini sbagliati diventano giusti.