San Miniato mette in mostra i fratelli Taviani, “Sigillo dell’eterna gratitudine”






Un film in uscita a febbraio fa di Paolo il regista più anziano ancora in attività
I protagonisti della mostra “Fratelli Taviani – I volti di San Miniato”, non potevano che essere loro: due leggende del cinema nativi sanminiatesi, Paolo e Vittorio Taviani. Insieme a tre artisti che, per celebrarli, hanno eseguito sei dipinti. Giuliano Giuggioli, Gabriele Novelli e Samuel Rosi (in arte “Muz”), sono i tre pittori che hanno reso omaggio ai due fratelli attraverso dei loro ritratti. La mostra, in corso all’interno del Conservatorio Santa Chiara a San Miniato, sarà temporanea, ma i quadri saranno donati alla Fondazione dagli autori.
“Innanzi tutto – ha esordito Vittorio Gabbanini, vicepresidente della Fondazione Conservatorio Santa Chiara – dobbiamo ringraziare la Fondazione Cr San Miniato e il suo presidente Antonio Guicciardini Salini, poi un ringraziamento va ai fratelli Taviani, Paolo e Vittorio, diventati ormai figure importantissime per San Miniato perché hanno portato il nome della nostra città in giro per il mondo, celebrandola”.
“Paolo Taviani – dichiara il sindaco di San Miniato Simone Giglioli – proprio l’8 novembre ha compiuto 90 anni e mi ha detto che sta finendo un film che uscirà a febbraio e nonostante si senta un regista a metà dopo la morte del fratello, è ancora il regista più anziano e attivo in Italia. Va detto inoltre che ci sono pezzi di San Miniato in tutti i loro film, quindi, sono un orgoglio per noi. Dunque, una mostra che li celebra è un giusto omaggio tanto più dato che è inserita nella Mostra Nazionale Tartufo e in una serie di mostre da quella su Napoleone Bonaparte, a quella di Quinto Martini a quella su Cavallini. L’offerta culturale, dunque, non viene meno nonostante il patrimonio artistico di San Miniato abbia proprietari diversi, esso rende la città ciò che è adesso; quindi, ci riteniamo fortunati così come ci riteniamo fortunati ad avere due concittadini come i fratelli Taviani”.
Anche Antonio Guicciardini Salini ribadisce l’importanza dei fratelli Taviani per la città e prosegue dicendo che le parole chiave per quanto riguarda la cultura sono “sinergia, collaborazione e programmazione culturale perché San Miniato ha i mezzi per essere un centro di cultura quindi dobbiamo puntare su quella perché lo deve a se stessa e ai suoi cittadini. Dobbiamo farla arrivare al livello che merita per questo motivo tutte le associazioni e fondazioni devono lavorare insieme. La mia idea è quella di mettere a disposizione Palazzo Grifoni e Santa Chiara con una programmazione annuale, culturale e sociale, che favorisca una maggiore affluenza e una maggiore conoscenza di San Miniato in Italia e nel mondo, non solo a livello culinario, ma anche artistico”.
Riccardo Ferrucci, critico d’arte, afferma che “i Taviani hanno un gusto per l’immagine assoluto, che si ispira al paesaggio toscano con implicazioni poetiche e politiche, fondando il loro lavoro su realismo e messinscena, tensione morale e melodramma, ragione e visione”.
Gli artisti nelle loro opere non solo richiamano questo stile, ma anche il legame indissolubile tra i due fratelli che li univa nella vita e nel lavoro. Giuliano Giuggiolini, infatti, nella sua rappresentazione simbolica della realtà, afferma che “il fatto di aver dipinto la metà del volto di ognuno dei due fratelli ponendoli l’uno accanto all’altro al fine di formare un unico ritratto indica proprio la loro unità artistica e vitale, che adesso, dopo la morte di Vittorio, è più simbolica che mai”. Anche Muz con la creazione di un’atmosfera fumosa e rarefatta, ma allo stesso tempo contemporanea grazie all’uso della bomboletta spray rende un giusto omaggio agli artisti e dice: “Ringrazio Filippo Lotti – curatore della mostra – per avermi fatto conoscere meglio i fratelli Taviani attraverso questa esperienza. Sono contento di essere stato adottato da San Miniato, una città che mi permette di proseguire nel mio percorso artistico anche passando per progetti come questo”. “Ho eseguito i miei ritratti su un materiale che si chiama MDF – ci spiega invece il ritrattista Gabriele Novelli- con i colori acrilici in modo da fornir espressività ai volti”.
“Questa mostra, dunque, oltre a celebrare i fratelli Taviani è un modo per celebrare anche la stessa San Miniato – spiega anche il curatore Filippo Lotti – poiché vuole essere un sigillo dell’eterna gratitudine che si riserva a chi ha saputo risvegliare, grazie al proprio lavoro e genio artistico, un profondo senso di orgoglio e appartenenza alla propria terra natìa”.