La bellezza e la preghiera, due libri per raccontare la diocesi di San Miniato

10 novembre 2021 | 11:51
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La bellezza e la preghiera, due libri per raccontare la diocesi di San Miniato

Presentati a palazzo Grifoni i volumi strenna 2020 e 2021

“Questo volume nasce con l’intento di coniugare la bellezza e la preghiera. La via della bellezza, che l’uomo di oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo, è una porta aperta verso l’infinito”, per il presidente della Fondazione Cr San MiniatoAntonio Guicciardini Salini, a proposito del volume “La bellezza e la preghiera. La fede e i suoi luoghi nella Diocesi di San Miniato”. Il libro infatti è un invito a dedicare qualche ora del proprio tempo libero alla contemplazione delle opere d’arte che le chiese della diocesi custodiscono sia per arricchimento culturale, ma anche spirituale.

Proprio in merito all’arte contenuta nelle chiese, il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca spiega: “E’ testimonianza della fede di chi ci ha preceduto, dell’ingegno di chi sa maneggiare pennello e creta. L’incontro con la bellezza, comunque si presenti, è incontro con l’opera di Dio, con Lui che è bellezza e dunque questo incontro di trasforma in un’occasione di preghiera e contemplazione. La preghiera, poi, è un rito che unisce, lega, creando la comunità e quindi tiene vivo il rapporto con Dio che si manifesta nelle pievi, memoria visiva di una storia di fede e di tradizioni cristiane che affondano radici nel lontano medioevo”. Questo argomento sarà trattato in particolar modo nell’altro volume “Le pievi di San Miniato. Alla ricerca del medioevo”, dove accanto alle fotografie di Irene Taddei, sarà esposta la storia di questi edifici sacri intorno ai quali brulicava la vita dei cristiani dell’epoca.

Sia le pievi sia le immagini contenute nelle chiese sono un patrimonio straordinario per la cultura cattolica, oltre che per l’aspetto contemplativo legato alla preghiera, anche perché nel corso del tempo hanno assunto anche un valore pedagogico: raccontavano una storia ai fedeli che vi passavano e guardandole si emozionavano. Come già noto, nella cultura occidentale vi è la convinzione che il pensare per figure sia molto più coinvolgente della parola anche perché le arti figurative sono più immediate, colpiscono subito l’osservatore e creano con quest’ultimo un legame diretto.

“È interessante notare anche la storia legata alla diocesi di San miniato – per Franco Cardini – che venne formalmente istituita il 5 dicembre 1622, grazie all’intervento di Maria Maddalena d’Austria, moglie del granduca Cosimo II de’ Medici, la quale si batté per ottenere una propria diocesi che non fosse più alle dipendenze di Lucca, ma distaccata con dei propri confini e chiese”. “Quindi – prosegue Marco Collareta – il passato della diocesi sanminiatese è relativamente recente, così come alcune delle opere d’arte che vi si trovano e questo ci deve far riflettere sul fatto che spesso consideriamo la modernità separata dalla religiosità, che tendiamo ad associare al passato. In realtà non anche l’arte recente può essere legata alla religione”.

Conclude il vescovo di San Miniato dicendo che “sfogliare questi volumi è come sfogliare parte della nostra storia. Quindi, della vita di coloro che sono venuti prima di noi, è un modo per scoprire e conoscere le nostre radici. Anche per questo assumono molta rilevanza”.