I componimenti di Silvia Giani nell’enciclopedia italiana di poesia contemporanea






I versi della giovane di Santa Maria a Monte scelti dalla Fondazione Mario Luzi
Mario Luzi, il poeta toscano che insegnò anche nelle scuole di San Miniato, lo ha conosciuto sui testi universitari, lo aveva incontrato di passaggio, ma non conosceva la Fondazione che porta il suo nome. I componimenti di Silvia Giani, classe ’96, di Santa Maria a Monte sono stati selezionati tra quelli di oltre 7mila partecipanti e pubblicati nell’Enciclopedia di poesia italiana contemporanea, la pubblicazione annuale a cura della Fondazione Mario Luzi.
“Vorrei”, “Unici esemplari” e “Zio nella nebbia”: questi i titoli di Giani scelti per l’edizione del 2019, che è da poco sugli scaffali delle librerie. Un unico volume che raccoglie i versi di autori eterogenei, che non fissa paletti anagrafici, stilistici o tematici. Ogni anno, da un decennio a questa parte, entrano nell’enciclopedia i versi di autori il cui nome non è conosciuto dal grande pubblico, ma il cui talento è stato giudicato meritevole dalla Fondazione Luzi. Persone che scrivono per passione, insomma.
“Ho iniziato a scrivere poesie come passatempo – ha raccontato Giani -, un passatempo che poi ho portato avanti in maniera più assidua. Non conoscevo la Fondazione Luzi finché un mio amico me l’ha consigliata per dei bandi sulle varie tipologie di testo. Io ho scelto quello sulle poesie e ho deciso di mandare le mie: non avevo mai inviato le mie poesie a nessuno”. Una prima esperienza che è diventata il primo successo. Per lei, che nell’edizione 2019 dell’enciclopedia, è tra le autrici più giovani è arrivato il primo contratto editoriale a tutti gli effetti, riferito, appunto, al solo volume di quell’anno.
Un primo traguardo raggiunto grazie anche a un atto di coraggio perché “quando esponi i tuoi lavori esponi il tuo fianco più delicato”. Non è stato facile, infatti, nemmeno scegliere i tre lavori da mandare: “rileggere le poesie e farle leggere agli altri per decidere quali inviare – ha commentato Giani – è un processo che ti mette in discussione. Io ho iniziato a scrivere veri e propri componimenti da 6-7 anni e alla fine ho deciso di mandare quelli che all’epoca erano i più recenti”.
Superare i timori del giudizio delle persone e dell’esposizione di sé alla fine ha dato i suoi frutti. Raccontare il proprio vissuto, di questo di tratta: “Scrivo i miei pensieri così come mi fluiscono nella testa – ha detto Giani spiegando come nasce una poesia -, poi c’è una seconda fase di riadattamento per rendere i versi coerenti e trasmetterli agli altri. Inserisco sempre parti della mia esperienza”.
Giani oggi studia Lettere moderne all’Università di Pisa e auspica che la scrittura entri a far parte del suo futuro. “È una piccola grande soddisfazione – ha concluso – per me che non sono nemmeno agli esordi, anche dovesse essere l’unica e l’ultima. Anche se, devo ammettere, non mi dispiacerebbe trovare un lavoro che comprenda lo scrivere: non solo poesia, anche teatro, cinema. Sicuramente continuerò a considerare la scrittura come mezzo comunicativo: ho tante poesie nel cassetto e tante idee e vorrei trovare il coraggio di farle notare a qualcuno, anche se non è facile individuare editori e case editrici”.