“Esigiamo il rispetto che ci è dovuto”, una staffetta di danzatori per protestare contro la chiusura

26 ottobre 2020 | 20:28
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“Esigiamo il rispetto che ci è dovuto”, una staffetta di danzatori per protestare contro la chiusura
“Esigiamo il rispetto che ci è dovuto”, una staffetta di danzatori per protestare contro la chiusura
“Esigiamo il rispetto che ci è dovuto”, una staffetta di danzatori per protestare contro la chiusura

Torricelli: “Dopo mesi in cui abbiamo rispettato le distanze, sanificato, ripensato gli spazi. Chiudere adesso dopo tutto questo lavoro è avvilente”

“Ciò che è frustrante, è il venire sempre considerati come qualcosa di meno importante, qualcosa che attiene al tempo libero o poco più”. C’è tutto lo sconforto di un mondo, quello della danza, nelle parole di Marika Torricelli, professionista del settore e anima della scuola Espressioni Danza, da ormai 15 anni realtà consolidata di Santa Maria a Monte.

C’era anche lei, con alcuni degli allievi e dei soci dell’associazione, a manifestare il suo disappunto in silenzio di fronte alla porta chiusa della sua scuola, che da oggi deve rispettare come tutti la serrata imposta dal nuovo Dpcm (qui il contenuto del Decreto). “Una protesta silenziosa che abbiamo messo in piedi aderendo ad un’iniziativa nazionale lanciata dall’Adi, AssoDanza Italia, per manifestare ciò che proviamo nel mondo che conosciamo meglio, attraverso quella attività che ci contraddistingue e investe tutta la nostra vita. Questa chiusura infatti rischia di essere davvero il colpo di grazia, dopo mesi in cui ce l’abbiamo messa tutta per rispettare passo passo tutte le indicazioni che ci venivano dal governo. E ci siamo riusciti: abbiamo riaperto a settembre ad un terzo delle nostre normali capacità, con appena 50 allievi sui 150 che abbiamo sempre avuto. Abbiamo dovuto respingere tanti che volevano fare danza con noi quest’anno, dopo mesi in cui abbiamo rispettato le distanze, sanificato, ripensato gli spazi. Chiudere adesso dopo tutto questo lavoro è avvilente”.

Di qui la decisione di mandare un messaggio: un danzatore alla volta, di fronte alla sede chiusa della scuola a Ponticelli, si sono esibiti in una sorta di staffetta danzante oggi pomeriggio dalle 14 alle 16, per mettere poi in scena delle coreografie di gruppo, rigorosamente distanziati, in modo da lanciare poi il loro messaggio su internet e sui social attraverso video e immagini.

La scuola, che vanta numerosi premi e partecipazioni anche di caratura nazionale, legalmente è un’associazione sportiva dilettantistica che da anni organizza corsi di tutte le maggiori categorie del settore, dalla danza classica alla break dance, dalla moderna al pilates, garantendo il lavoro a tre docenti professionisti. “Alcuni di noi hanno usufruito del bonus individualmente durante la prima ondata – continua Marika –. Ma l’associazione in quanto tale non ha mai goduto di alcunché”. Le associazioni, come spesso è avvenuto in questo anno complicato, sono infatti sempre citate a malapena nei decreti, sotto quella categoria “altri” che sa di gran calderone, dietro alle emergenze palesate di bar, ristoranti, cinema, teatri o palestre.

“Eppure esistiamo, lavoriamo, partecipiamo attivamente alla vita del paese con professionalità e rigore. Lo stesso che abbiamo messo nel rispettare tutte le regole nel momento in cui ci chiedevano di fare un piccolo sacrificio. Siamo rimasti aperti e ci siamo sacrificati tutti, rimettendoci di tasca nostra pur di mantenerci in piedi, ma chiederci adesso di chiudere dopo tutto questo ci getta in una situazione drammatica. Esigiamo solo il rispetto che ci è dovuto”.