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“Vogliamo far divertire”, corsa contro il tempo nelle stanze de La Lupa

3 febbraio 2020 | 20:58
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“Vogliamo far divertire”, corsa contro il tempo nelle stanze de La Lupa

Il gruppo in maschera per difendere l’ambiente

L’ultima vittoria come gruppo è arrivata due anni fa, nell’edizione dei 90 anni, rompendo un digiuno durato troppo a lungo e dimostrando che La Lupa non è più la “Cenerentola” del Carnevale di Santa Croce. Ad una settimana dall’edizione 2020, il nostro viaggio nelle “stanze” fa tappa in un gruppo che negli ultimi anni sembra essersi rilanciato.

Un gruppo che vanta un legame particolare con il mondo del Palio di Siena e con una delle sue contrade, La Lupa appunto, a cui si deve la scelta del nome che da quarant’anni accompagna une delle quattro mascherate del Carnevale santacrocese. Merito dell’indimenticato Giovanni Fagnani, originario di Siena e fedelissimo contradaiolo della Lupa, che a Santa Croce aveva fondato un omonimo circolo ricreativo impegnato spesso in manifestazioni e iniziative benefiche.

È così che nel ’76, quando un gruppo di amici organizzò la mitica mascherata che fece ripartire il carnevale, il passaggio della Lupa a gruppo carnevalesco fu quasi uno sviluppo inevitabile, favorito soprattutto da Scandiano Puccini ed Evandro Gozzini, assidui frequentatori del circolo di Fagnani. Nelle file del gruppo, poi, si sono avvicendati nel tempo tanti altri personaggi storici di Santa Croce e del suo carnevale, fino al calo di partecipazione e di entusiasmo che dagli anni ’90 ha visto La Lupa più in affanno degli altri.

“Sono entrata nel gruppo nel 2001, quando avevo 10 anni e La Lupa era vista un po’ come la ‘pecora nera’ del Carnevale”, ricorda la vicepresidente Sara Costagli, neomamma da pochi mesi, ma ugualmente alla guida del gruppo insieme alla madre, Simonetta Carpina, nel ruolo di presidente. “Nel tempo siamo riusciti a riemerge – prosegue Sara – proponendo uno spettacolo di livello più alto e conquistando vari premi per le singole maschere, fino all’agognata vittoria di gruppo arrivata due anni fa”.

Una cinquantina, anche quest’anno, le maschere che la Lupa porterà in piazza con un titolo che sa di presagio: “Sarà troppo tardi?”. Una domanda che fa da sfondo a una mascherata in difesa dell’ambiente: “Il tema pone l’attenzione sui danni che l’uomo sta provocando al pianeta – spiega Sara – chiedendoci se quando ce ne renderemo conto non sarà già troppo tardi”. Un messaggio ecologista dunque, arricchito però dalla consueta ironia: “Perché quello che ci contraddistingue da sempre – aggiunge la vicepresidente della Lupa – è la ricerca del coinvolgimento del pubblico. Prima di tutto vogliamo far divertire”.

Un obiettivo che quest’anno vede la Lupa doppiamente impegnata, anche e soprattutto per omaggiare il ricordo di Carlo Fastella, venuto a mancare lo scorso novembre dopo tanti anni alla guida del gruppo.

“Ormai manca davvero pochissimo – conclude Sara – e l’aria che si respira alla stanza è quella di sempre. Da una parte ci sono le nuove maschere che non vedono l’ora di essere in piazza, ma dall’altra c’è la solita e immancabile corsa contro il tempo, mentre il lavoro e le cose da fare non finiscono mai”.