Il Martirio del pastore, Antonio Salines sarà Romero

“Spero di riuscire a rendere agli spettatori l’emozione che ho provato io, quando per la prima volta in Costarica ho visto un allestimento teatrale di questo lavoro”.
Con queste parole, Antonio Salines che interpreterà l’arcivescovo Óscar Arnulfo Romero y Galdámez nel Martirio del Pastore, principale spettacolo che nel 2016 propone la fondazione istituto Dramma Popolare in occasione del suo 70esimo festival, ha concluso il suo intervento alla presentazione durante uno dei venerdì del dramma che ha introdotto il pubblico verso questa prima nazionale dell’opera di Rovinsky, autore del testo che racconta la storia di Romero ucciso nel 1980 dal regime militare di San Salvador. Uno spettacolo rappresentato in tutta l’America latina per anni, che grazie al lavoro di traduzione e riadattamento teatrale dell’attrice e autrice Eleonora Zacchi, arriva sul palco dell’istituto Dramma Popolare all’intero della festa del teatro.
Per Salines inoltre si tratta di una sorta di ritorno alle origini, da giovane a San Miniato per la Fondazione aveva interpretato Barabba e Ramon il mercenario.
A introdurre la presentazione e il dibattito sul questo lavoro portato in scena grazie alla regia di Maurizio Scaparro è stato il presidente della Fondazione teatrale, Marzio Gabbanini che oltre ad presentare gli interpreti, autore e regista ha aggiunto: “Quello di Salines è un ritorno gradito e importante per San Miniato e per noi. Quest’anno continuiamo il nostro lavoro del teatro dello spirito, parlando del dramma del popolo oppresso, attraverso un’opera importante e che tocca molti temi come è tradizione del nostro teatro, che vuole introdurre a varie riflessioni. Noi non possiamo essere orgogliosi di presentare questo lavoro che ci appartiene e che appartiene alla nostra cultura”.
A moderare e condurre l’incontro il direttore artistico della fondazione don Piero Ciardella che ha stuzzicato i vari relatori nel dibattito.
“Il testo – ha spiegato Zacchi – è stato reso dal punto di vista teatrale attraverso una riduzione dell’opera di Rovinsky, da cui ho espunto vari personaggi, nel tentativo di far esaltare la vicenda anche umana di Romero”.
La storia di Romero comincia anni prima quando gli esponenti della dittatura lo appoggiano nella sua carriera ecclesiastica, fiduciosi nel suo futuro appoggio. Romero però nei primi anni della sua reggenza da arcivescovo inizia un lavoro di opposizione al regime e di difesa del popolo oppresso e martoriato dagli squadroni della morte fino al 1980 quando viene ucciso proprio durante una funzione religiosa. Per anni la sua posizione è stata discussa anche all’interno della Chiesa rimanendo a fasi alterne un personaggio scomodo anche per il Vaticano, papa Giovanni Paolo II non partecipò al funerale di Romero. Poi le prospettive cambiano nel 2015, quando papa Francesco ha premuto e ottenuto per la beatificazione del vescovo di El Salvador. (g.m.)
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