Il Dramma Popolare 2016 ricorda il vescovo Óscar Romero

21 aprile 2016 | 10:45
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Il Dramma Popolare 2016 ricorda il vescovo Óscar Romero
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Il Dramma Popolare 2016 ricorda il vescovo Óscar Romero
Il Dramma Popolare 2016 ricorda il vescovo Óscar Romero
Il Dramma Popolare 2016 ricorda il vescovo Óscar Romero

Sarà la storia del vescovo Oscar Romero a caratterizzare lo spettacolo di punta della Festa del teatro 2016 in programma dal 20 giugno al 20 luglio. ‘Vescovo scomodo’, figura critica eppure affine alla cosiddetta Teologia della Liberazione, Romero fu ucciso nel 1980 a causa del suo attivismo nel denunciare le violenze della dittatura militare in Salvador. Un impegno e un martirio che diventano adesso Dramma Popolare, portando di fronte al pubblico di San Miniato il testo di Samuel Rovinski dal titolo “Il martirio del pastore”. 

Il filo conduttore della 7oesima edizione, presentata questa mattina nell’auditorium del seminario, sarà appunto la fede intesa come speranza, come certezza ma non necessariamente credo in un Dio. La fede come vita votata al bene. Al centro del cartellone della Festa c’è appunto la storia di una morte, di un dono per un popolo che ama e che non dimentica. E’ la vicenda di monsignor Óscar Arnulfo Romero, arcivescovo cattolico salvadoregno determinato a chiedere il rispetto dei diritti umani per la sua gente e beatificato pochi mesi fa da Papa Francesco, che ha sbloccato una pratica ormai ferma da troppo tempo. Un gesto, quello di Bergoglio, destinato ad aprire un cammino di riconciliazione nella storia del paese centroamericano e in quella della chiesa contemporanea.

Lo spettacolo del Dramma
“Il martirio del pastore”, testo di Samuel Rovinski (traduzione di Eleonora Zacchi), è affidato alla regia di Maurizio Scaparro, uno dei grandi maestri del teatro italiano e alla sua “prima” a San Miniato. Il racconto ripercorre gli ultimi tre anni di vita del monsignor Romero in un’opera attualissima, anche perché il caso del vescovo ucciso sull’altare, il 24 marzo 1980, è in realtà ancora aperto: molte storie s’incrociano nella figura del prelato definito, tra l’altro, martire della guerra fredda. Le sue denunce contro la violenza, le torture e le sparizioni, le sue scarpe impolverate e il suo stare sempre dalla parte di chi ha bisogno, hanno fatto di lui un prete scomodo. Oggi per la chiesa è un martire, per i campesinos sudamericani e per chi ama la sua figura, è già un santo da diversi anni. Per chi ne ha ordinato la morte, la sua colpa è proprio quella di aver rotto il silenzio. Ai poveri dell’America latina Romero aveva promesso: “Se verrò ucciso, risorgerò nel mio popolo”. Una scelta, quindi, carica di significati, quella della Fondazione istituto Dramma Popolare guidata da Marzio Gabbanini che, per i 70 anni, ha cercato la più completa aderenza agli obiettivi che si posero, nel 1947, i fondatori di questo teatro ancora unico in Italia: scuotere le coscienze. In scena un cast d’eccezione nel quale spiccano i nomi di Antonio Salines e Edoardo Siravo. Prima nazionale il 14 luglio, seguita poi dalle repliche fino al 20.

Gli altri appuntamenti
La Festa del Teatro inizierà però un mese prima, il 20 giugno, con “Le mille anime dell’India. Il Grande Viaggio, le sorgenti e il sacro” di e con Giuseppe Cederna; prosegue il 23 giugno con “Caino Royale” con Andrea Bochicchio e Giovanni Longhin per la regia Rita Pelusio; poi a seguire, il 27 giugno, sarà la volta del testo “Un viaggio lungo un mondo” di Claudia Cappellini per la regia e con Gionni Voltan: un lavoro coinvolgente che ripercorre la vita di Don Lorenzo Milani, figura controversa e contrastata della chiesa cattolica degli anni cinquanta e sessanta; il 5 luglio va in scena “Eppur mi son scordato di me” di Gianni Clementi con Paolo Triestino. Quindi l’8 luglio Fabrizio Pugliese interpreta “Per obbedienza. Dell’incanto di frate Giuseppe”, la bellissima storia di Giuseppe Desa, tra miracoli, devozione popolare e fede infinita. Precede il Dramma Popolare una prima importante: “Don Primo Mazzolari, un prete scomodo” di e con Antonio Zanoletti che debutterà l’11 luglio. Si tratta di un testo, scritto da Zanoletti per il festival di San Miniato, che, attingendo ai suoi scritti spirituali, cerca di restituire la freschezza dell’insegnamento e la potenza profetica del pensiero di un prete straordinario.
Un cartellone ricco e intenso che porta il teatro nelle chiese e in altri luoghi suggestivi e importanti della città e non solo. “Sette spettacolo legarti tra loro – han spiegato ildirettore artistico don Piero Ciardella – in cui anche le 6 rappresentazioni che precedono il Dramma dialogano con la rappresentazione finale: il filo conduttore è il tema della fede raccontata attraverso il martirio come forma più alta della testimonianza”. 

Settant’anni di Dramma, le novità
“Come sempre affronteremo tematiche di attualità che colpiscono le coscienze e sollecitano le riflessioni”, ha dichiarato il presidente della fondazione Dramma Popolare Marzio Gabbanini presentando il cartellone 2016. Una presentazione decisamente in anticipo rispetto agli altri anni: “Una scelta – ha detto Gabbanini – per dare ampio rilievo e vasta diffusione sia al festival, la cui qualità abbiamo cercato ulteriormente di innalzare, sia allo spettacolo del mese di luglio dedicato al martirio di monsignor Romero da poco beatificato da Papa Francesco. Uno spettacolo per il quale abbiamo voluto un grande regista come Maurizio Scaparro, insieme ad un cast di attori di tutto riguardo come Edoardo Risavo e Lombardo Fornava”. Un evento, quello del Dramma, che quest’anno ha ottenuto anche il patrocinio del Pontificio consiglio della nuova evangelizzazione per il Giubileo della misericordia. “Un ulteriore dimostrazione – ha detto Gabbanini – dei significativi riconoscimenti ottenuti dal mondo ecclesiastico, in particolare dopo lo spettacolo ‘Passio Hominis’ di Antonio Calienda che ha portato il Dramma al quinto convegno ecclesiale nazionale nella basilica di San Lorenzo a Firenze”. A questo si aggiunge anche la novità di un festival che per i suoi 70 anni uscirà dalle mura di San Miniato, portando due spettacoli anche in altrettanti luoghi simbolo per la spiritualità del territorio sanminiatese: la piazza antistante la chiesa di Cigoli e quella di fronte alla chiesa di San Miniato. “Questo per dare attuazione, ancora di più – ha aggiunto il presidente – al principio di un Dramma che deve andare incontro alla gente, cercandola nelle piazze, sui sagrati delle chiese e nei luoghi in cui si riunisce”.
Da qui i ringraziamenti per tutte le istituzioni e i soggetti che rendono possibile il festival: dalla Fondazione e dalla Cassa di risparmio di San Miniato fino all’amministrazione comunale e alla diocesi, senza dimenticare l’artista Lanfranco Cionna che ha firmato l’incisione del manifesto di quest’anno.
Ad aprire la presentazione, sono stati i saluti del vescovo di San Miniato monsignor Andrea Migliavacca, del sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e del vicepresidente della fondazione Carismi Gianfranco Rossi.