Il Dramma Popolare porta in scena “Passio Hominis”
La 69esima edizione del cartellone proposto dalla fondazione Dramma Popolare di San Miniato si incentra sulla Passione di Cristo.
La Passione, ma anche la passione degli uomini e per gli uomini raccontata attraverso la rivisitazione dalla sacra rappresentazione che diventa forma teatrale contemporanea per mettere in scena il dramma di Cristo dal tempo della Seconda Guerra mondiale fino agli anni di Piombo e raccontare tensioni e lacerazioni della società, ripartendo e attualizzando un manoscritto del ‘500 che codificava la sacra rappresentazione nell’Italia centrale. Un documento scoperto nel 1979 nella biblioteca nazionale di Roma da Antonio Calenda. Proprio Calenda infatti per il secondo anno consecutivo sarà l’autore del testo che rappresenta l’evento più importante del cartellone Passio Hominis che si aprirà il 16 luglio per concludersi sei giorni dopo, il 22.
Ma Passio Hominis sarà anche rappresentato a novembre al Convegno ecclesiale di vescovi e laici di Firenze e probabilmente la produzione della fondazione Dramma Popolare verrà riproposta anche dal comune di Roma in occasione del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco.
Gli altri titoli nel cartellone di Teatro sacro proposto dalla Fondazione per il 2015 saranno: Passione, opera allestita dalla Fondazione teatro Stabile di Torino. Un castello nel Cuore. Teresa D’Avila, produzioni Argot. Quei filini blu prodotto da Cgs Teatro Savio, l’opera è patrocinata anche dall’ambasciata Argentina in Italia. Un cristiano. Don Giovani Fornasini a Monte Sole, dell’associazione Culturale Ca’Rossa – Casavuota. Ogni volta che guardi il mare, prodotta da Neraonda (questo allestimento è una prima assoluta che debutta a San Minaito). Come gli Scambi del treno, La vita di Madeleine DelBrel, curato da Final Crew on Stage. E l’allestimento di Passio Hominis prodotto dalla fondazione Dramma Popolare e da Alessandro Longobardi per Officina del Teatro Italiano, in collaborazione con il teatro Stabile d’Abruzzo e il Consorzio Palladium Qurinetta.
Un cartellone di altissimo livello che si propone di andare a indagare proprio la passione nel senso più lato, attraverso opere dove il sacro diventa elemento portante delle varie vicende narrative e sceniche.
A spiegare il perché di questa impostazione ci ha pensato proprio Antonio Calenda che durante la presentazione del cartellone ha detto: “San Miniato e la fondazione dramma popolare stanno combattendo quasi inconsapevolmente una battaglia culturale in difesa del sacro nel teatro contemporaneo. Perché il teatro ha bisogno di una sacralità che di per se è già nel teatro e che si oppone all’assedio dell’indifferenza dei nostri tempi”. Insomma una scelta culturale, secondo Calenda importante che segna la differenza con gli altri cartelloni e che riscopre la spiritualità del teatro e del gesto scenico.
A tenere a battesimo questo nuovo cartellone oltre al direttore artistico don Piero Ciardella c’èra Marzio Gabbanini, il presidente della fondazione Istituto Dramma Popolare che ha spiegato il perché della scelta di mettere in scena il testo di Calenda, che per una volta non è un allestimento originale, ma un’opera che era già stata portata in scena circa trenta anni fa a Milano, in due occasioni. “La scelta di Passio Hominis – ha spiegato Gabbanini – nasce dal valore del testo, dal legame profondo che si è creato tra Calenda e il Dramma Popolare, ma soprattutto dal fatto che volevamo un’opera che potesse essere presentata al Convegno ecclesiale di novembre a Firenze e quindi avevamo bisogno di andare sul sicuro con un registra che sicuramente avrebbe fatto un eccellente lavoro, quindi ecco perché abbiamo deciso di presentare Passio Hominis, anche se non è un testo inedito. Dall’anno prossimo, poi, torneremo a cercare, anche se è sempre più difficile, testi di sacre rappresentazioni da promuovere e mettere in scena. Per il resto, anche quest’anno, per questa 69esima edizione del Dramma, abbiamo deciso di continuare nel percorso intrapreso di un teatro spirituale prendendo come tema la Passione di Cristo”.