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Cronaca
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No alla concessione della sala giochi perché troppo vicina a luoghi sensibili: Tar dà ragione al Comune

16 aprile 2025 | 22:21
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No alla concessione della sala giochi perché troppo vicina a luoghi sensibili: Tar dà ragione al Comune

L’amministrazione di Santa Croce sull’Arno aveva negato la concessione per il mancato rispetto di alcuni parametri del regolamento comunale e delle norme contenute nel Tulps

Il comune di Santa Croce sull’Arno, circa un anno e mezzo fa, nega l’autorizzazione all’apertura di una sala giochi con video Vlt nel proprio territorio comunale. L’imprenditore però non accetta la decisione e impugna il provvedimento davanti al tribunale amministrativo, adducendo anche un mancato guadagno e un illecito amministrativo da parte del Comune. Il municipio infatti non ha rilasciato le autorizzazioni necessarie ad avviare l’attività al momento in cui ne ha fatto richiesta. Alla fine proprio il Tar Toscana ha dato ragione al comune di Santa Croce rigettando l’impugnazione dell’imprenditore con una sentenza arrivata recentemente.

Tutto ha inizio quanto al municipio perviene la documentazione per l’apertura dell’esercizio commerciale e quindi la richiesta di rilascio di un’autorizzazione per avviare l’attività, che sarebbe stata fornita di video terminali per il gioco lecito (Vlt). Gli uffici comunali e la polizia municipale però danno un parere negativo e non rilasciano le autorizzazioni, in primo luogo perché l’ubicazione del locale, non rispetta alcuni parametri del regolamento comunale e delle norme contenute nel Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).

In particolare gli agenti della municipale riscontrano che il luogo dove l’imprenditore vuole andare ad aprire la sala Vlt, non rispetta la distanza minima prevista dalla legge dai luoghi sensibili che è solitamente fissata in 500 metri, percorsi a piedi, seguendo la strada più breve. Nello specifico la sala Vlt sarebbe sorta, nella volontà dell’imprenditore, in una zona di Santa Croce dove insiste una struttura sanitaria, un luogo di formazione e pertanto assimilabile a una scuola, un impianto sportivo e un istituto di credito che svolge anche funzione di banco dei pegni.

Attraverso la documentazione fornita dalla polizia municipale e accolta dal tribunale amministrativo, è emerso che l’ubicazione dell’esercizio con Vlt che doveva aprire era a una distanza nettamente inferiore ai 500 metri, misurati seguendo il percorso pedonale più breve, come previsto dal Tulps. In particolare ad essere fortemente carente era la distanza dal centro di formazione, appena 180 metri di distanza, che come dimostrato per via documentale ha tra gli scopi della propria attività quello di istruzione, educazione, formazione e orientamento anche per conto della regione toscane e per tanto è assimilabile a una scuola.

Sulla base di queste evidenze, dimostrate dalla polizia municipale di Santa Croce sull’Arno, il Tribunale amministrativo regionale ha rigettato, in primo grado, il ricorso dell’imprenditore e quindi ha fatto decadere la richiesta risarcitoria al comune.