“Nelle stesse aree non ci fanno costruire” ma nel comune potrebbero crescere 20 ettari di pannelli solari

Mini: “Stiamo subendo questo assetto legislativo che non ci permette di fare niente, se non di vigilare che gli impianti vengano realizzati rispettando le prescrizioni di legge”
Sette impianti fotovoltaici: uno già realizzato, altri in via di realizzazione e molti cantieri in procinto di partire. I 7 impianti equivalgono a circa 200mila metri quadrati di territorio, 20 ettari. Questa è la situazione che sta vivendo il territorio Castelfranco di Sotto, dove negli ultimi tempi al Comune sono arrivate varie comunicazioni per la realizzazione di questi nuovi impianti. Alla fine se tutte le procedure semplificate, come vengono chiamate dai tecnici avranno buon esito a Castelfranco vi saranno pannelli solari per circa 18 megawatt e mezzo nel periodo dell’anno più caldo, tra giugno e agosto, l’equivalente della produzione di due dighe idroelettriche di piccole dimensioni.
Nei terreni a lato di via Aiale vi è un impianto che ha già fatto tutti i passaggi burocratici e quindi può essere costruito, poi vi sono pratiche in corso che prevedono la realizzazione di un secondo impianto nella zona di via Aiale, un in via di Gerrino a Villa Campanile, uno nei terreni che si affacciano di via dei Tavi, un altro sito invece potrebbe sorgere in via Piédimonte. Recentemente poi è arrivata un’altra richiesta sempre per la zona di via Aiale e una per un ‘area che si affaccia su via Usciana. Sono tutti progetti che coinvolgono terreni agricoli in prossimità di insediamenti produttivi.
Una situazione che sta mettendo in difficoltà l’amministrazione comunale, in primo luogo perché vorrebbe tutelare il territorio da una proliferazione di questi impianti, ma che non è nella condizione di farlo in quanto manca lo strumento giuridico che permetta all’amministrazione comunale di fermare questi insediamenti o quanto meno di governare la distribuzione e le dimensioni. La questione è talmente semplice che sembra quasi paradossale. Secondo la legge nazionale del 2011 e quella regionale della Toscana non è possibile fermare questi insediamenti, che per giunta sono equiparati dal punto di vista edilizio alla realizzazione di una casa o di una strada in termini di distanza agli edifici esistenti.
“Noi stiamo subendo – spiega il sindaco Fabio Mini, che da quando si è insediato, circa 10 mesi fa, periodicamente si trova a fare i conti con una nuova azienda che vuole mettere i pannelli fotovoltaici a Castelfranco o nelle frazioni – questo assetto legislativo che non ci permette di fare niente, se non di vigilare che gli impianti vengano realizzati rispettando le prescrizioni di legge.
Credo che sia urgente aprire un confronto politico con la Regione per chiedere la modifica della legge che governa gli insediamenti fotovoltaici. Non è possibile avere una situazione di deregolamentazione così marcata per cui non sia prevista la possibilità di opporsi alla realizzazione di questi impianti nella tutela del territorio e dei cittadini.
Il paradosso è che questi impianti vengono realizzati in prossimità degli insediamenti industriali. Però se noi nella stessa zona vogliamo rilasciare un permesso a costruire a un cittadino per realizzare magari un capannone e insediare una nuova attività, spesso non possiamo farlo, perché la Regione ci ha bloccati lo sviluppo urbanistico con la scusa di una ‘difesa ecologica’ del territorio.
Al momento abbiamo una legge regionale che non dà modo agli amministratori locali di governare il fenomeno e noi come comune siamo stati sviliti solo al soggetto di vigilanza del rispetto dei vari vincoli. Infatti una volta che è stato assodato che un progetto rispetti i vincoli sismici, idraulico, paesaggistici e poco più, non abbiamo nessuno strumento per opporre un diniego al costruttore per tutelare i cittadini. La situazione è ancora più grave per i piccoli impianti con procedure che non passano neppure da valutazioni politiche ma solo da quella degli uffici.
Ci sono poi alcuni tipi di impianti che coinvolgono una conferenza dei servizi a cui partecipano vari soggetti tra cui Regione e Comune dove vale la stessa regola: si dimostrano di ottemperare alle leggi di rango superiori e ha inizio la costruzione dell’impianto. Per questo è importante avviare un percorso che porti alla modifica della legge. Un impianto fotovoltaico di per sé non apporta niente al territorio in termini di crescita delle attività produttive e del lavoro e quando arriva a fine vita, nonostante i vincoli che cerchiamo di mettere negli atti rilasciati dal Comune, non siamo siamo sicuri che il terreno sarà bonificato e i materiali inquinanti smaltiti”.