Le indagini proseguono |
Cronaca
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Esplosione al deposito Eni, rischio inquinamento: indagati 4 dirigenti

9 aprile 2025 | 10:14
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Esplosione al deposito Eni, rischio inquinamento: indagati 4 dirigenti

Per la Procura avrebbero permesso lo scarico di acque reflue che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi nel fosso Tomarello

Nuovi sviluppi in merito all’indagine della Procura di Prato sull’esplosione e l’incendio avvenuto nel deposito Eni di Calenzano il 9 dicembre scorso, che ha provocato morti e feriti. A renderli noti, oggi, è il procuratore capo Luca Tescaroli.

Sulla base degli esiti di una consulenza tecnica e di ulteriori accertamenti espletati, spiega il procuratore capo, è stato contestato,  con l’informazione di garanzia e decreto di perquisizione, ispezione e sequestro, agli appartenenti alla società Eni spa.  un ulteriore reato,consistito nell’aver provveduto ad aprire o, comunque, consentito che venissero effettuati nuovi scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello, provenienti dal deposito Eni di Calenzano in via Erbosa, senza l’autorizzazione unica ambientale prescritta (Aua), che avrebbe dovuto essere rilasciata dalla Città Metropolitana di Firenze, mediante l’impiego di un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo con il corpo recettore finale (il fosso). E‘ stato permesso, in particolare, lo scarico di acque reflue che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali nel fosso maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso (limite corrispondente a 1 mg/L per la normativa nazionale e 0,5 mg/L per la prescrizione).

“Si procede – precisa Tescaroli – nei confronti di Patrizia Boschetti, in qualità di legale rappresentante e datore di lavoro nell’ambito della Gestione Operativa Depositi Centro Eni  con competenza anche sul Deposito Eni di Calenzano, Luigi Cullurà, in qualità di responsabile del Deposito ENI di Calenzano, nonché e di responsabile del rispetto della legislazione a tutela dell’ambiente, Emanuela Proietti,  in qualità di responsabile Salute Sicurezza e Ambiente (“Health Safety Environment’ – HSE), titolare degli adempimenti ambientali, della verifica dei parametri analitici, della corretta gestione dei reflui, dei sistemi antincendio, della presenza di scarichi non convogliati, di contaminazioni da tensioattivi e di sistemi di autocontrollo non attivi, e di Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture”.

Al fine di verificare la completezza delle risultanze acquisite sino a oggi e per appurare se sia stato prodotto un inquinamento ambientale nelle acque sotterranee e nelle arterie fluviali (fiumi e fossi) circostanti al deposito, è stato eseguito un decreto di ispezione, perquisizione personale, locale e informatica e sequestro presso Eni spa, ivi compreso il deposito di Calenzano, nonché ad acquisire la documentazione inerente al procedimento autorizzativo che ha portato al rilascio dell’Aua (Autorizzazione Unica Ambientale) per il deposito, presso gli uffici della Città Metropolitana e ciò al fine di appurare, fra l’altro, se sia stata rilasciata con specifico riferimento allo scarico nel fosso Tomerello, di acquisire i dati gestionali, i log operativi e la documentazione di esercizio, relativi all’impianto di raccolta delle acque, gli schemi di processo dell’impianto di trattamento delle acque e tutta la documentazione afferente all’impianto, nonché i risultati dei campionamenti effettuati da Eni sia per la parte del sistema di trattamento sia per quella afferente al fosso Tomerello, le fatture di acquisto dei prodotti impiegati nel ciclo del trattamento delle acque afferenti all’impianto di depurazione del deposito Eni di Calenzano”.

“Le risultanze sin qui acquisite e gli accertamenti espletati nella giornata odierna – conclude il numero uno della Procura pratese –  sono il frutto di un intenso lavoro effettuato con la massima cautela e attenzione alla ricerca di ogni elemento di prova anche a favore degli indagati, al quale hanno contribuito e stanno contribuendo qualificati consulenti tecnici, gli appartenenti al Dipartimento della Prevenzione dell’Asl Toscana Centro, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Reparto Operativo del Comando Provinciale di Firenze e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe).