Ucciso e fatto a pezzi in Colombia, i resti in una valigia: la vittima laureata alla Normale di Pisa

Il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha disposto una ricompensa di 50 milioni di pesos per chi sia in grado di fornire informazioni per risalire ai responsabili
Ucciso e fatto a pezzi in Colombia, alcuni resti, le braccia e la testa, sono stati ritrovati dentro a una valigia vicino alla stadio della cittadina Santa Marta: la vittima nativa di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, è il ricercatore 38enne Alessandro Coatti, che ha studiato alla Normale di Pisa, laureandosi a pieni voti in Neurobiologia molecolare
L’identità dell’uomo, che era uscito per andare in un locale notturno, senza, però fare rientro, è stata resa possibile grazie al braccialetto dell’hotel dove alloggiava.
Sulla vicenda indaga la Polìcia Nacional della Colombia
“Siamo sconvolti nell’annunciare la morte del nostro collega Alessandro Coatti, che è stato assassinato in Colombia – la nota della Royal Society of Biology dove vittima aveva lavorato per 8 anni, prima di licenziarsi -. Ci mancherà moltissimo. I nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno ai suoi amici e alla famiglia”
Il 42enne si trovava in Colombia come turista, dopo aver visitato anche il Perù, la Bolivia e l’ Ecuador.
Ad assistere la famiglia, per poter identificare compiutamente l’uomo, è l’ambasciata italiana a Bogotà.

Il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, in un post su Facebook, ha disposto una ricompensa di 50 milioni di pesos, pari 10mila euro, per chi sia in grado di dare informazioni utili per individuare e arrestare i responsabili dell’omicidio: “Ho dato istruzioni alle autorità di disporre in maniera articolata tutta la componente interistituzionale che porta alla luce della morte del cittadino italiano Alessandro Coatti. Offriamo una ricompensa di 50 milioni di pesos per informazioni precise che ci permettano di identificare e catturare i responsabili. Questo crimine non rimarrà impunito. I criminali devono sapere che a Santa Marta la criminalità non ha posto. Li perseguiteremo finché non risponderanno alla giustizia”.