Frana al Cencione, coinvolte auto in sosta: “Noi, salvi per un soffio”. Chiusi parcheggio e ascensori






In corso fin da subito la rimozione della terra e la messa in sicurezza del sito
Era da poco passata la mezzanotte della notte tra 31 gennaio e 1 febbraio quando la terra si è mossa. Un movimento franoso ha interessato l’area del parcheggio del Cencione a San Miniato.
La notte di piogge torrenziali e temporali in Toscana non ha risparmiato San Miniato, che praticamente non è andata a letto, impegnata a risolvere la situazione maltempo. Diversi infatti, gli allagamenti e le situazioni di disagio che si sono create, una su tutte lo smottamento nell’area del Cencione: la terra è caduta su alcune auto in sosta.
In corso fin da subito la rimozione della terra e la messa in sicurezza del sito. Sono 5 le auto coinvolte, spostate mettendosi in moto ma travolte e spinte addosso ad altre auto dalla frana scivolata. In via Fonti alle Fate sono arrivate 2 squadre dei vigili del fuoco del comando di Pisa lavorando fino all’alba, in collaborazione con un escavatore privato, per scongiurare la presenza di persone all’interno delle auto coinvolte. Interdetta l’area interessata dall’evento. Sul posto erano presenti i carabinieri, oltre al sindaco di San Miniato Simone Giglioli e l’assessore alla Protezione civile Marco Greco.
“Il cedimento per le abbondanti piogge ha interessato un fronte di 50 metri, per fortuna non ci sono danni a persone – spiega il sindaco Simone Giglioli -. Per tutto il fine settimana il parcheggio sarà interdetto ai pedoni e alle auto e, nei prossimi giorni, valuteremo come riaprirlo. Per precauzione abbiamo interdetto anche gli ascensori. Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti sin dalla mezzanotte, aiutandoci ad evitare che potessero esserci ulteriori danni”.
I vigili del fuoco, negli stessi momenti, erano impegnati anche con un’auto andata a fuoco in via Dalmazia. La protezione civile ha provveduto a transennare l’area. Il dilavamento ha coinvolto anche le biostuoie.
Il racconto dei testimoni
Chi era nei pressi del parcheggio proprio in quegli istanti racconta di aver sentito una forte vibrazione, avvertita anche da alcuni clienti del Bar Cantini, noto per la sua terrazza in affaccio sulla valle. Circa 50 i metri di versante coinvolti dal cedimento, che ha interessato anche una porzione che era stata oggetto di lavori di consolidamento non molto tempo fa: le biostuoie utilizzate per riformare il manto erboso nelle parti scoscese su cui si era lavorato a compattare il terreno, appena sotto corso Garibaldi, si sono letteralmente svuotate, restando ciondolanti e appese ai picchetti che le ancoravano a terra.
“Se fossi arrivato poco prima a prendere l’auto ci sarei rimasto dentro” racconta Francesco Mori, residente a San Miniato Basso che l’altra sera tornava da una cena nel borgo. La sua Fiat Cubo nera è una delle macchine coinvolte appieno dallo smottamento, tanto che ieri notte ha dovuto chiedere un passaggio, lasciando il mezzo al Cencione.
Era a fare serata in centro anche Lorenzo Betti, altro proprietario di una delle auto coinvolte. “Arrivato al parcheggio ho trovato l’auto seppellita nel fango, con i mezzi della Protezione Civile ancora impegnati. Ero arrivato a mezzanotte. E’ stato un caso che non fossi lì quando è successo tutto”.
Il sopralluogo dei tecnici
Si sono conclusi in serata i sopralluoghi alla frana. “Il versante è costituito da livelli di sabbia cementata ed argilla. In profondità non ci sono problemi di stabilità, la criticità riguarda lo strato superficiale, dai 50 centimetri ai 2 metri, che, con l’esposizione alle intemperie si depreda rispetto al substrato, esponendosi al rischio scivolamento “. L’ingegner Paolo Pucci della H. S. Ingegneria di Empoli, si è occupato di altri versanti franosi della Città e sta realizzando il progetto preliminare per la frana di via Catena.
“Nel mese di gennaio a San Miniato sono caduti circa 85 millimetri di pioggia, dei quali 60 solo ieri notte – spiega -. Questa concentrazione di precipitazioni ha saturato lo strato superficiale del versante, appesantendo il terreno e degradandone la tenuta. Oltre a questo, bisogna tenere di conto che quel versante ha una pendenza che oscilla tra i 45 e i 50 gradi, un’inclinazione molto ripida che favorisce lo scivolamento del materiale appesantito dall’acqua e che il materiale si è staccato da un’altezza di 25 o 30 metri acquistando così velocità ed energia nella caduta, tanto che lo ha fatto riversare fino dentro al parcheggio”.
Sul versante erano stati fatti alcuni interventi sommari di consolidamento dopo gli eventi atmosferici di ottobre. “Un versante naturale già franato è ovviamente più a rischio. Non è mai consigliabile intervenire quando ci sono i mesi invernali, con le piogge, speravamo con questo consolidamento di attraversare l’inverno e poter arrivare ai mesi caldi – precisa -. Su versanti con questa pendenza le alberature di grosse dimensioni sono un’aggravante; il vento che preme sull’apparato radicale indebolisce ulteriormente il versante e favorisce questo tipo di fenomeni. È fondamentale quindi tagliare la vegetazione arborea infestante, e ricoprire con erba e arbusti che proteggono dalle infiltrazioni“.
Intanto le prime operazioni di intervento riguarderanno la rimozione del materiale pericolante che si è accumulato lungo il versante e la regimazione delle acque.