Un museo unico per le mostre archeologiche permanenti: via alla riorganizzazione
Affitti e spazi non più idonei avevano determinato chiusure nelle esposizioni, che dal prossimo anno potranno tornare fruibili in nuova sede
Castelfranco di Sotto va verso la riorganizzazione delle mostre archeologiche permanenti. Inizierà a breve infatti lo smantellamento del museo archeologico con trasferimento dei reperti da Orentano al capoluogo, in vista di un nuovo sito che ospiterà anche la mostra attualmente sita in via Galilei a Castelfranco.
Un cambio di passo deciso dalla nuova amministrazione per risolvere un problema annoso, che aveva portato alla chiusura prolungata delle due mostre, serrate in epoca Covid ma mai tornate fruibili per quattro anni. “Il nostro obiettivo è arrivare ad un polo museale unico per tutto il comune, che si situerà nei locali adiacenti all’Orto di San Matteo – fa sapere il sindaco Fabio Mini –. L’idea di trasferire tutto in un unico luogo è partita dalla necessità di trovare una nuova sistemazione ai reperti di Orentano. I locali dell’attuale museo orentanese non erano più idonei e necessitavano di una manutenzione straordinaria da circa 40mila euro, che la proprietà non aveva modo di realizzare”.
I locali ad Orentano, un tempo sede del cinema teatro della frazione e in via Martiri della Libertà, erano infatti di un privato, al quale l’ente versava circa 20mila euro all’anno di affitto. “Solo l’affitto che non pagheremo rappresenta un risparmio notevole – aggiunge il primo cittadino –. Onere che il Comune aveva sulle spalle anche in questi anni in cui i locali erano chiusi”.
La piccola biblioteca distaccata della frazione, che ad oggi aveva sede anch’essa nei locali del museo, sarà spostata nelle stanze di proprietà del comune in piazza Roma. Gli spazi in centro a Castelfranco, invece, sono di proprietà comunale, ma anch’essi da tempo necessitavano di lavori impossibili da realizzare. Ad oggi, il piano terra è adibito ad archivio storico comunale. Al primo piano invece c’è la mostra dei reperti recuperati in decenni di studi e scavi, compresi quelli rinvenuti in occasione dei grandi lavori di ripavimentazione di piazza Bertoncini anni fa. Di notevole interesse anche la mostra orentanese, composta da una selezione di strumenti del Paleolitico e da reperti dell’età del Bronzo, di una capanna ricostruita in plastico e dalla sepoltura di una donna adulta, databile al 1200 a. C., oltre che di numerosi reperti di epoca etrusca provenienti dall´abitato di Ponte Gini, scavato tra il 1983 e il 1986 e dei resti del ponte romano in legno scoperti nella piana di Orentano nel 1989.
“La Soprintendenza da tempo segnalava la necessità di adeguare gli spazi per eliminare le barriere architettoniche – continua Mini –. Ma la struttura del palazzo ci rende impossibile fare un adeguamento o inserire un ascensore, quindi meglio riorganizzare tutto altrove”. L’idea è di allestire il nuovo museo, corredato di laboratorio didattico e magazzino nei primi due locali con portico adiacenti alla traversa di via Solferino. Per i locali di via Galilei si pensa, al primo piano, ad un uso interno di servizio all’ente, mentre al piano terra resterà l’archivio. La prospettiva più realistica è quella di avere il nuovo museo pronto nel 2026, dopo che la Soprintendenza avrà ideato l’allestimento del nuovo sito, su quale però è arrivato già il via libera.
Ubicazione scelta dall’amministrazione che alcuni, dall’opposizione, hanno già criticato. “Orentano perde la sua storia, un tesoro inestimabile raccolto grazie alla passione di tanti storici locali – dice Federico Grossi, consigliere Pd –. Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo chiesto all’amministrazione dove intenda portare questi reperti e perché non abbia trovato un’alternativa maggiormente fruibile a Orentano. Inoltre, come già avanzato in campagna elettorale, abbiamo proposto l’ex convento di San Matteo come luogo maggiormente accessibile e adatto, un luogo che custodisce la nostra storia e che potrebbe ospitare anche i nuovi reperti trovati durante i lavori al Campanile oltre a valorizzare il nostro concittadino pittore Antonio Puccinelli. La Regione finanzia interventi di rigenerazione urbana di edifici storici. Ora che la scuola paritaria è stata trasferita, riaprirlo significherebbe offrire alla nostra comunità uno spazio per la cultura”.