



Sotto la direzione del Consorzio 4 Basso Valdarno, per circa 60mila euro
Dopo otto anni, tornano i lavori all’isolotto sull’Arno. Sono infatti iniziati alcuni giorni fa i lavori per la ripulitura della vegetazione dall’isola di sabbia che da anni fa bella mostra di sé sotto al ponte che collega Santa Croce sull’Arno e San Donato di San Miniato.
Le ruspe, a lavoro dalla settimana scorsa, sono in azione sotto la direzione del Consorzio 4 Basso Valdarno, per conto del Genio Civile e grazie ad un finanziamento della Regione Toscana. In tutto circa 60mila euro che dovranno servire non ad eliminare l’isola, come da tempo chiedono alcuni residenti, ma a togliere i tanti materiali sedimentati oltre alla vegetazione in vista della stagione più critica delle piogge e delle piene del fiume. Lavori che secondo le stime fatte dovrebbero concludersi nel giro di una settimana o due ma in ogni caso prima della fine dell’anno, pena la perdita del finanziamento. Rassicurazione per alcuni, problema risolto a metà per molti altri. Da molti anni, infatti, il tema dell’opportunità di togliere di mezzo l’isola di detriti fa discutere politica e cittadini, tanto che in passato sulla questione erano state raccolte le firme dei residenti spaventati dalle possibili difficoltà che l’isolotto potrebbe comportare in caso di piena.
Sedimento che negli anni ha alimentato non poche teorie anche fra gli esperti, fra chi collega la formazione dell’isola alla modalità con la quale è stato costruito il vicino ponte, chi ritiene un pericolo soprattutto la vegetazione, che con la forza della piena può portare a dei distacchi di alberi e ceppe, chi ipotizza che l’isola in sé rappresenti un rischio non tanto o non solo in occasione delle piene, ma per la l’erosione degli argini posti fra il detrito ed il ponte, per il percorso che le acque sono costrette ad attraversare allargandosi attorno all’ostacolo. Riflessione, quest’ultima, che era emersa anche in occasione dei recenti lavori di consolidamento e rifacimento dell’argine sul lato San Donato.
Pericoli che in ogni caso la Regione Toscana, già nel 2023, aveva fugato attraverso un documento in cui si diceva a chiare lettere che “gli arbusti presenti risultano in gran parte flessibili e la presenza di piante di grosse dimensioni, visto il taglio eseguito in passato, è abbastanza limitato, pertanto la vegetazione presente oggi non influenza in maniera significativa il deflusso della piena”. Il “deposito alluvionale”, come si definisce l’isolotto nei documenti tecnici, ha cominciato a rappresentare un problema di manutenzione e ad essere visibile in tutte le stagioni intorno alla fine degli anni ’90. L’ultimo taglio della vegetazione fu messo a punto sempre dalla Regione Toscana nel 2016, quando la superficie venne completamente ripulita.
L’intervento di questi giorni, poi, era stato più volte sollecitato anche negli scorsi anni dall’amministrazione a guida Deidda. “Sette o otto anni è periodo che secondo i tecnici che si occupano di monitorare la situazione è accettabile – dice il presidente del Consorzio Maurizio Ventavoli –. Perché è il lasso di tempo in cui la vegetazione presente sopra l’isolotto di mantiene flessibile e quindi non rappresenta un problema per il flusso delle acque. Come in passato, il Consorzio oggi effettua dei lavori secondo le indicazioni di Regione e Genio Civile”.