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Cronaca
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Due anni dopo l’aggressione “Loro sono ancora lì, in mezzo a noi”

3 settembre 2024 | 13:57
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Due anni dopo l’aggressione “Loro sono ancora lì, in mezzo a noi”

Lo sfogo della giovane vittima dell’aggressione a Torre, che però spera ancora

Quell’episodio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in un certo senso. Dando voce a un malessere che forse covava da tempo e il via a una serie di controlli a tappeto e attività di coordinamento tra più province.

Secondo la vittima di quell‘aggressione nei boschi delle Cerbaie a Torre, però, “Non è cambiato niente”. Ce li immaginiamo, quegli istanti che le passano ancora in testa e allora riceviamo e pubblichiamo il suo sfogo, che è anche un appello e una speranza. 

Settecentotrentuno sono i giorni passati dall’1 settembre 2022.
2 anni. 2 anni passati dal giorno che ha inevitabilmente cambiato la mia vita. Un giorno che per tanti è stato solo un brutto fatto di cronaca, che per alcuni ha lasciato il segno per un po’, ma che alla fine, come spesso accade, è finito del dimenticatoio.

Non mi sono mai esposta, mi sono limitata a rispondere con un semplice “sto bene” a chi chiedeva e sono rimasta a guardare nel mio angolino con la speranza di avere giustizia. Una giustizia mai arrivata. Ho avuto troppa paura del giudizio della gente che pur di parlare ha dato aria alla bocca senza neanche sapere.
La mia famiglia lo ha fatto per me. Ha combattuto per me con l’aiuto di numerosi cittadini che vivono nel parco delle Cerbaie. Cosa è stato fatto in questi 731 giorni? Niente
Cosa è cambiato in questi 731 giorni? Niente

Tanti selfie da pubblicare sui social, tanti discorsi, ma la conclusione è che loro sono ancora lì in mezzo a noi e chi di dovere ha solo fatto finta di alzare un dito per poi chiudere gli occhi e girarsi dall’altra parte.
Inizio a credere che forse la situazione faccia comodo a qualcuno, che vada bene così, perché tanto a rimetterci sono solo pochi cittadini di una piccola frazione che non conta niente.

Eppure io in quei boschi ci ho passato l’infanzia. Ricordo come fosse ieri quando prendevamo le nostre biciclette e con babbo andavamo in giro per le strade, quando ancora quei boschi erano privi della mano dell’uomo. Fallo adesso.
Qual è la cosa giusta da fare? Mettersi l’anima in pace perché tanto non cambierà mai niente??
Andatelo a dire a chi ci ha rimesso di mettersi l’anima in pace, venitelo a dire a me di mettermi l’anima in pace.
Una piccola parte di me spera ancora, una grande parte di me è consapevole che nessuno farà mai niente.