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Cronaca
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Rifiuti nel capannone, la bonifica non spetta ai proprietari: accolto il ricorso

28 agosto 2024 | 21:11
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Rifiuti nel capannone, la bonifica non spetta ai proprietari: accolto il ricorso

Secondo il Tar “Non emergono elementi che consentano di individuare condotte che abbiano determinato produzione, abbandono o l’omessa rimozione”

Il capannone è pieno di rifiuti e i giudici del Tar “scagionano” i proprietari. La vicenda, che con molta probabilità avrà ulteriori risvolti in sede di appello, era iniziata nel marzo scorso a seguito di un controllo del nucleo di polizia ambientale agroalimentare e forestale dei carabinieri di Firenze, che insieme ai forestali di Pontedera avevano identificato uno stabile di oltre 400 metri quadri nel quale erano stati stoccati rifiuti di natura industriale per oltre 640 tonnellate. Una quantità esorbitante finita al centro di un’ordinanza che, poco dopo la scoperta e su indirizzo della Procura, il Comune aveva emesso nei confronti dei proprietari dell’immobile e di coloro che a seguito delle indagini erano stati identificati come autori dell’illecito.

“Non emergono elementi che consentano di individuare condotte del proprietario del fondo che abbiano determinato la produzione, l’abbandono o l’omessa rimozione dei rifiuti – dicono ora i giudici – e che risultino in qualche modo imputabili al proprietario stesso in termini di dolo o di colpa”. E’ questa la motivazione principale per la quale il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso dei proprietari di un capannone “imbottito” da un’impressionante quantità dei rifiuti, annullando almeno parzialmente la relativa ordinanza del Comune di Montopoli nei loro confronti. Resta ancora tutta da chiarire invece la questione dei responsabili effettivi dell’abbandono dei suddetti rifiuti.

La posta in gioco, altissima, è quella della costosissima bonifica, stimata in circa 900mila: cifra che proprio l’ente, nell’eventualità che non venisse realizzato quanto descritto in ordinanza, ha dovuto mettere a bilancio preventivo nel malaugurato caso in cui si trovasse costretto a bonificare rifacendosi poi sui responsabili in un secondo momento. Questione assai spinosa, legata anche dalla natura del problema, che oltre a rappresentare un reato ha anche risvolti igienico sanitari. I rifiuti sono stati analizzati dall’Arpat e sono di natura industriale, derivati da lavorazioni tessili.

Stando alle indagini, ad essere coinvolti nell’illecito sarebbero due persone della zona, mentre nei confronti dei proprietari del capannone non sono state ravvisate al momento delle prime rilevazioni responsabilità di alcun tipo, né concorso nel reato. L’intimazione ad effettuare la bonifica era stata però inviata tanto ai responsabili quanto ai proprietari dell’immobile, ai quali si richiedeva di effettuare la necessaria vigilanza sullo smaltimento dei rifiuti. Sono proprio loro, adesso, ad aver impugnato l’ordinanza del Comune, viziata secondo i giudici anche da alcuni problemi procedurali e di notifica. Il ricorso è infatti definito “fondato” e “accolto” dai giudici con “annullamento dell’ordinanza” riguardo “alle sole posizioni” dei proprietari dell’immobile. Il Comune di Montopoli dovrà però accollarsi le spese. Sull’intera vicenda sarebbero comunque ancora in corso ulteriori accertamenti per dettagliare eventuali responsabilità ed oneri.