Rimozione del Keu all’ex Vacis, altri 30 giorni per la bonifica del sito

La ditta chiede un’ulteriore proroga per chiudere il cantiere
Sarà necessario aspettare altri 30 giorni per la rimozione definitiva del Keu e relativo smaltimento al cantiere ex-Vacis, uno dei 13 siti rimasti invischiati nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti del comparto conciario di Santa Croce sull’Arno.
Gli accertamenti effettuati dall’Arpat-Dipartimento di Pisa Area Vasta Costa avevano rilevato la presenza di materiale non conforme nei riciclati utilizzati per realizzare il tratto stradale. La ditta incaricata di svolgere i lavori, a seguito di procedura ad evidenza pubblica, era stata era stata indicata nell’ottobre del 2023 nella Giglio Eco-Group di Sesto Fiorentino. La spesa prevista per i lavori di rilievo, scavo, rimozione, stoccaggio e ripristino dell’area era stata complessivamente di 580mila euro, sostenuta dall’amministrazione comunale “per l’esecuzione in danno delle opere nelle more del recupero delle spese sostenute”.
Cantiere che inizialmente sarebbe dovuto durare in tutto 190 giorni, quindi fino alla metà di marzo, poi prorogato di ulteriori 96 giorni fino a fine giugno. Adesso l’azienda chiede un ulteriore proroga di 30 giorni, quindi fino alla fine del mese prossimo. A causare l’ulteriore ritardo una serie di problematiche legate sia alle interferenze dei lavori con i sottoservizi sia alle condizioni climatiche avverse che hanno comportato rallentamenti importanti per tutta la durata del cantiere.
Intanto sulla vicenda è nuovamente intervenuto il consigliere comunale di Pisa Francesco Auletta (Una Città in Comune – Rifondazione Comunista), lista legata all’associazione Pisa in Comune, la cui richiesta di presentazione in qualità di parte civile al processo Keu è al vaglio dei giudici. “Dallo scoppio dello scandalo Keu, che ha svelato ancora una volta un intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata senza precedenti in Toscana, siamo stati gli unici a chiedere la massima trasparenza su tutte le carte che hanno portato all’utilizzo del Keu nei due siti pisani dell’ex-Vacis e dell’Aereoporto Militare, chiedendo costantemente sia in consiglio comunale sia nelle commissioni competenti aggiornamenti sulle informazioni circa le analisi, i prezzi ai quali questi materiali sono stati offerti ai cantieri, e infine gli iter per le bonifiche – dice il consigliere. – Tutto questo in un silenzio assordante in primo luogo del Partito Democratico, investito in pieno dall’inchiesta fin dalle più alte sfere del governo regionale. I Comuni non possono essere lasciati soli a risolvere un problema generato, in base alla inchiesta in corso, dall’intreccio fra politica, mala-imprenditoria e criminalità organizzata, ed in definitiva da una governance regionale che continua a non porsi il minimo problema sulla sostenibilità delle filiere industriali del territorio. Questo anche perché si tratta del solito odioso sistema: profitti privati e socializzazione dei costi. La prevenzione, la riduzione dell’impatto ambientale, viene fatta se e solo se ci sono finanziamenti pubblici: progetti di ricerca finanziati con i soldi di tutti perché l’industria italiana non investe in innovazione. E poi, quando ci sono danni, nell’interesse della salute pubblica, sono i Comuni a intervenire, visto che è sempre difficile poi rivalersi in danno sui soggetti responsabili: spesso società che falliscono. Ribadiamo che non è assolutamente giustificabile che a pagare le bonifiche siano, in definitiva, i cittadini e le cittadine attraverso soldi pubblici. Da anni ripetiamo che il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra Regione è una priorità assoluta, a partire proprio da alcuni settori più a rischio come quello della gestione dei rifiuti, ma anche degli appalti nel settore dell’edilizia”.