Un 30enne di Empoli nella rete degli anarchici di Cospito

La Cassazione ha respinto il ricorso del procuratore di Genova contro il diniego della misura per partecipazione ad associazione eversiva
C’è anche un empolese di 30 anni nella organizzazione anarchica chiamata Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale che fa capo ad Alfredo Cospito, condannato definitivamente due giorni fa a 23 anni di carcere per l’attentato del 2006 all’ex caserma allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.
È quanto emerge dalla recente sentenza di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica di Genova, nel procedimento a carico di due anarchici (l’altra è una coetanea di Lucca), contro l’ordinanza del tribunale del riesame che aveva annullato la misura cautelare previsto sulla contestazione di partecipazione all’organizzazione eversivo terroristica, attraverso la pubblicazione del periodico quindicinale clandestino Bezmotivny _ Senza motivo, di cui i due si occupavano di redazione e impaginazione.
La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta del procuratore che contestava al riesame violazione delle legge penale e vizio di motivazione per non aver correttamente considerato sia la valutazione del concetto di ‘partecipazione’ di cui all’articolo 270 bis secondo comma del codice penale e per aver sottovalutato le potenzialità eversive della partecipazione dei due all’attività del gruppo anarchico: dalla diffusione delle tesi di Cospito dal carcere, alla campagna contro l’applicazione nei suoi confronti del carcere duro fino al reclutamento di giovani, anche minorenni, nelle scuole in particolare della zona della provincia di Carrara.
Per la Cassazione il ricordo del pubblico ministero è “privo di specificità e manifestamente infondato” e per questo è stato respinto.
Resta in capo ai due anarchici la misura cautelare dell’obbligo di dimora per istigazione a delinquere ed apologia di reato anche di delitti di terrorismo attraverso la diffusione del periodico clandestino, di cui erano componenti del comitato di redazione.