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Cronaca
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Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia

17 marzo 2024 | 09:52
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Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia
Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia
Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia
Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia
Ospedale di Fucecchio, la sbarra è sempre alzata: è caos sosta selvaggia

La segnalazione di un lettore: “L’area è diventata all’uso di tutti, anche magari di chi non deve recarsi al nosocomio”

È caos sosta selvaggia nello spazio interno antistante l’ospedale di Fucecchio.

La segnalazione arriva da un lettore: “La sbarra all’ingresso è sempre alzata, chiunque può entrare in auto e di conseguenza gli spazi per disabili e quelli per le ambulanze sono spesso occupati da chi non ne ha titolo. Una situazione nella quale Brumotti, l’inviato di Striscia la notizia, roverebbe da lavorare perché coloro che dovrebbero parcheggiare nello spazio per i disabili molto spesso si trovano costretti a rinunciarci perché occupati da vetture che non hanno il relativo cartoncino. Lo stesso accade per i mezzi delle associazioni di volontariato i cui operatori per scendere i pazienti in carrozzina dai loro furgoni si trovano costretti a farlo dove trovano posto”.

Una situazione caotica quella descritta dal lettore in uno spazio che al contrario dovrebbe essere preservato e reso agibile per le manovre dei veicoli delle persone che hanno difficoltà deambulatorie. Per il lettore il problema è a monte: “Non c’è alcun controllo. L’area in questione è a traffico limitato dalle 6 alle 21. Mediante un cancello ed una sbarra dovrebbero, anche a distanza, essere limitati gli accessi. Ciò non avviene e sono sempre aperti quindi chiunque può entrare ed uscire. Inoltre le vetture autorizzate dovrebbero esporre un contrassegno che le individua come tali, ma chi le controlla? In questo modo l’area del plesso ospedaliero è diventata all’uso di tutti, anche magari di chi non deve recarsi in ospedale“.