
L’avvocato Petroncini: “Sono certo che gli inquirenti non abbiano tralasciato nessun indizio e che proseguano a vagliare ogni eventuale nuova pista”
Nove mesi senza Kata, la piccola peruviana scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze, occupato abusivamente e poi sgomberato, nelle prime ore del pomeriggio del 10 giugno dello scorso anno.
Un periodo davvero lungo,e le speranze di un lieto fine sembrano affievolirsi sempre di più, tanto che molti ipotizzano un caso simile a quello di Denise Pipitone, scomparsa il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo in Sicilia, e Angela Celentano, scomparsa 28 anni anni fa, il 10 agosto del 1996 sul monte Faito.
“La speranza è l’ultima a morire – commenta il legale di Katherine Alvarez, la mamma della piccola Kata, avvocato Antonio Petroncini del Foro di Bologna, – ma il tempo passato è davvero tanto. Ho parlato con i pm titolari del fascicolo di inchiesta e sono certo che gli inquirenti, con i carabinieri delegati nell’indagine, non abbiano tralasciato nessun indizio e che proseguano a vagliare ogni eventuale nuova pista. La mia assistita, però, teme che le indagini, col proseguire del tempo, si affievoliscano. Come ogni madre spera, e prega, di poter ritrovare la sua piccola”.
“Le indagini si presentano di particolare complessità e si stanno sviluppando con il ricorso a tutti i mezzi possibili”, furono le parole del procuratore generale della Corte d’appello di Firenze Ettore Squillace Greco alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Se la Procura fiorentina ha da sempre ipotizzato un sequestro di persona a scopo di estorsione, la mamma di Kata è sempre più convinta che sua figlia sia stata rapita e poi venduta. L’ultima immagine della piccola immortalata dalle telecamere, è di quando quel pomeriggio di giugno era prima uscita sul marciapiede assieme al fratello ed altri bimbi, e poi rientrata sulle scale che portano ai piani superiori dell’edificio. Poi il niente: nessuno che l’abbia vista uscire, portare via, e secondo la donna i rapitori sapevano bene come muoversi passando inosservati, conoscendo bene anche i suoi orari di lavoro.
Un rapimento a che scopo? “Ci sono traffici di bambini e di organi”, aveva ipotizzato Katherine Alvarez, rivelando anche di aver ricevuto messaggi (“Tutto quello che si fa si paga. Dio mi perdoni ma te lo meriti per aver distrutto una famiglia. Per esserti messa con un uomo che aveva moglie e figli. Non mi dà pena quello che stai passando. Il karma ci mette tempo però arriva e a te è arrivato. Piangi come un giorno ho pianto io”). “Non credo, e non voglio più sentire che mia figlia è stata portata fuori dall’Astor senza vita – aveva aggiunto, escludendo che nella scomparsa fossero coinvolti suoi familiari (a settembre scorso la procura fiorentina aveva notificato un avviso di garanzia a cinque ex occupanti dell’ex hotel Astor, un atto necessario per eseguire accertamenti tecnici irripetibili e tra gli indagati c’erano anche i due zii della piccola ) -. Continuo a pensare che sia ancora viva. Io ho detto tutto quel che sapevo agli inquirenti, non ho mai nascosto niente. A chi l’ha presa chiedo solo una cosa: ridatemi mia figlia”
L’ex albergo, come noto, è stato passato al setaccio dagli specialisti dell’Arma, che hanno cercato tracce in ogni angolo dell’edificio, inclusi i vari cunicoli e intercapedini della struttura, ma niente è emerso, così come dagli interrogatori per rogatoria di alcuni peruviani detenuti nelle carceri del paese del sud America e le piste che potevano portare alla Spagna, dove in una foto Kata era stata segnalata su un bus.
Le indagini proseguono, anche se al momento è buio totale, alla ricerca del “tassello” mancante per chiudere il cerchio.
In Toscana, nel 2023, anno della sparizione di Kata, sono state 1.324 le denunce di scomparsa: la maggioranza di queste persone sono state rintracciate, ma 555 restano come svanite nel nulla, come emerge dalla relazione annuale elaborata dal Commissario straordinario del governo per le persone scomparse. L’anno precedente le denunce furono 907.