Molotov contro il consolato Usa di Firenze, c’è un fermato




La procura lo accusa di atto terroristico
C’è un fermo per l’attentato alla sede del consolato degli Stati Uniti di Firenze, dove due giorni fa (1 febbraio) sono state lanciate due molotov.
Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del Ros di Firenze, insieme ai militari del comando provinciale di Firenze, del centro operativo di polizia postale e dalla Digos. Il provvedimento, firmato dal procuratore Filippo Spiezia, ricostruisce le ipotesi dell’accusa parlando di atto di terrorismo, a cui sono seguite rivendicazioni attraverso un video in cui si minacciavano altri attentanti per dissuadere lo Stato Italiano dal fornire appoggio allo stato di Israele”.
Il giovane indagato, secondo l’accusa, ha lanciato molotov dall’incrocio tra via Palestro e Corso Italia verso il consolato americano, in via Amerigo Vespucci, danneggiandone la struttura. La procura contesta al fermato anche l’aggravante di aver commesso il fatto di notte ed esponendo a pericolo “la pubblica incolumità”, vista la zona centrale e le auto in sosta.
Il fermato è indagato anche per aver utilizzato due bottiglie molotov equiparate, agli effetti della legge penale, alle armi da guerra, per lanciarle contro il perimetro della sede del consolato americano. Per la procura a carico dell’indagato ci sarebbero numerosi indizi che proverebbero le sue responsabilità. Il giovane è stato infatti incastrato da indagini di tipo tradizionale ed informatiche. La procura ha anche ritenuto “sussistente il concreto pericolo di fuga per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immeditato riparo”.