Bloccati per ore nella conceria allagata: “Al buio e senza segnale al cellulare”

Il racconto del marito di una dipendente: “Abbiamo provocato a salvarli con un furgone ma non c’era modo di avvicinarsi”
Tante le storie che emergono in queste ore sulla terribile notte di giovedì sera (2 novembre). Come quella dei cinque addetti rimasti per ore chiusi nella conceria La Meridiana in via della Spira a Ponte a Egola.
“La moglie di mio fratello era lì, abbiamo anche provato ad andare a prenderli con il furgone ma non c’era modo di arrivarci, c’era mezzo metro d’acqua – racconta Gabriele Fogli, residente de La Serra. – Anche qui a casa, in Valdegola, eravamo senza luce, senza segnale. Solo i lampioni erano accesi. La zona della conceria è più bassa di altre là nella frazione. Sono rimasti tutti bloccati dentro dal tardo pomeriggio a tarda sera. A niente sono valse le tante chiamate all’emergenza, dicevano che le squadre erano in servizio. Al buio anche lì, con l’acqua che impediva di avvicinarsi, non sapevamo come fare. Alla fine sono venuti a prenderli, ma dopo varie ore bloccati in azienda”.
Allagamento, fra uffici e magazzino, che coinvolge moltissime concerie fra San Miniato e Santa Croce. Basti pensare che anche la Masoni, storica azienda di via Fermi a Santa Croce, ieri ha faceva sapere a clienti e fornitori di avere i locali inagibili. “Non riusciamo per il momento a definire i tempi di ripristino – hanno fatto sapere. – Sarà nostra cura informarvi non appena riusciremo a recuperare la normale operatività”.
Proprio tutta l’area fra la zona industriale e l’Usciana giovedì era nel caos. “Sono due giorni che cerchiamo di togliere l’acqua dai garage, noi e altre dieci famiglie almeno – racconta Valentina, residente in piazza Serao, dietro la Lidl di Santa Croce. – Siamo stati praticamente un giorno e una notte senza corrente elettrica, e ancora non arriva”. Molti, per la fornitura elettrica mancante, i locali, negozi e bar chiusi. “Più di 10 ore senza corrente elettrica in via Francesca, vi lasciamo immaginare che danni possono causare alla nostra attività e ai prodotti – fanno sapere dalla Pasticceria Raimondo di Montecalvoli -. Al momento non ci è dato sapere di più”.