“Aumentano le indagini aziendali ma resta la caccia al tradimento”, parola di investigatore

Il mestiere è cambiato: “Oggi è importante conoscere app, reti internet e nuove tecnologie”
Lo 007, anche se privato, è una professione non per tutti, che richiede studi, aggiornamenti e molta serietà. Ma chi sono i clienti? E, soprattutto, per quali motivi, oggi, ci si rivolge a un “detective”?
Lo abbiamo chiesto a Gianluca Bartalini, titolare della Fox Investigazioni e vice presidente nazionale Federpol.
Da quanti anni fai l’investigatore?
“Faccio l’investigatore privato da quasi 34 anni. Ho iniziato nel gennaio del 1990 come collaboratore investigativo dell’agenzia investigativa Mario Colzi. Poi nel dicembre 1994 ho acquisito la Fox che aveva sede a Barga e l’ho spostata a Viareggio in via Mazzini. Oggi abbiamo 3 sedi su Lucca e una su Firenze ed una su Milano”.
Pedinamenti di mariti e mogli infedeli… è ancora “di moda” questa richiesta?
“Quando ho iniziato a fare l’investigatore i servizi erano quasi ed esclusivamente tutti finalizzati alla ricerca delle prove di tradimenti, poi nel tempo la tipologia di richieste si è modificata andando sempre più a diminuire le indagini in ambito familiare per aumentare le indagini in ambito aziendale. Oggi le richieste di indagini in ambito aziendale superano di gran lunga quelle tra marito e moglie, che comunque continuano ad esistere, anche se modificate rispetto ad una volta”.
Gli avvocati, spesso, per le separazioni e divorzi, si rivolgono alle agenzie investigative, per avere prove anche diverse dalle “corna”… In cosa consiste, in questo caso, il tuo lavoro?
“Si infatti l’infedeltà coniugale non è l’unica attività richiesta dagli avvocati matrimonialisti. Le indagini per la ricerca di una eventuale infedeltà coniugale sono solo il primo tassello di una procedimento giudiziale che si conclude con il divorzio. In questo lasso di tempo ci vengono richieste indagini sulla patrimonialità e redditualità della controparte, indagini su come vengono accuditi i figli minori durante il periodo di affidamento al coniuge di controparte, indagini per la documentare una convivenza more uxoria o una stabile relazione da parte della controparte, fino ad arrivare alla verifica del mutamento delle condizioni economiche della controparte e la rivalutazione dell’assegno di mantenimento o la definizione di un nuovo assegno divorzile. Possiamo dire che il diritto di famiglia è un campo in cui ancor oggi un buon investigatore privato trova possibilità di sviluppare la propria professionalità”.
Sono più le donne o gli uomini che si rivolgono alla tua agenzia e chiedono di investigare?
“Sinceramente credo che sia difficile poter fare una casistica corretta a livello nazionale in quanto molto dipende dal grado culturale e sociale. Per alcuni ancor oggi rivolgersi ad un investigatore è una sorta di “vergogna” un po’ come andare dallo psicologo. Per quanto riguarda la mia agenzia in particolare e faccio riferimento a tutte le sedi della Fox il numero di clienti di sesso maschile e femminile si equivalgono”.
Nel corso degli anni ti sono capitate “cose bizzarre”? durante le investigazioni?
“Cose bizzarre in 34 anni me ne sono successe tantissime, tanto da poterci scrivere un libro. C’è da tener conto che ogni volta che si indaga su qualcuno questo qualcuno non è mai uguale a nessun’altro prima e i comportamenti fra individui non possono mai essere uguali ma al massimo simili. Questo ci porta a non dare mai niente di scontato nei comportamenti e in quello che succede. E proprio questo non dare mai niente di scontato una volta, circa 25 anni fa, mi fece risolvere un caso semplice ma alquanto bizzarro per i tempi. Fui incaricato dalla moglie di un importante imprenditore di controllare quest’ultimo in quanto negli ultimi tempi il venerdì era solito partire per andare a meeting e rientrare la domenica in giornata. la moglie sospettava che in realtà ci fosse di mezzo una relazione extraconiugale. Acquisito l’incarico si partì con il controllo in quanto si sarebbe dovuto recare ad un meeting di lavoro a Ravenna. Assieme ad un mio collaboratore ci appostammo e lo seguimmo da casa fino a Ravenna dove si recò all’interno di un importante hotel a 4 stelle.Dopo qualche ora notiamo che una donna bionda vestita in maniera molto appariscente, sale alla guida dell’autovettura del nostro indagato e si dirige a Marina di Ravenna dove in una strada frequentata apparentemente da prostitute si ferma e si mette a ‘lavorare’. Non capivamo inizialmente il perché l’uomo fosse venuto fino a Ravenna da solo per poi dare l’auto ad una donna che andava prostituirsi in strada con la sua auto. Tutto fù più chiaro quando si capì che non si trattava di prostitute ma di travestiti e la donna non era altro che il nostro soggetto d’indagine nella sua veste trasgressiva”.
Com’è cambiato il tuo lavoro nel corso degli anni, anche in virtù di Internet, dove, “spulciando” i social si possono avere informazioni che prima erano impossibili da avere?
“Dal 1990 ad oggi il modo di fare indagini è cambiato completamente. Nel 1990 si lavorava ancora con le macchine fotografiche reflex, non avevamo cellulari e usavamo i gettoni delle cabine telefoniche, non avevamo Gps ne navigatori ed in auto avevamo il “Tuttocittà”e quando si poteva una cartina stradale della città in cui si andava a fare il servizio. Bisognava sapere guidare bene ogni mezzo ed avre l’attenzione massima in ogni momento durante un pedinamento in quanto perdere il contatto visivo significava buttare via un’intera giornata di lavoro e dover ripartire da zero. Oggi attraverso la tecnologia si dispone di telefoni cellulari che con app collegate a Gps ci permettono di seguire una persona a distanza senza farsi mai notare. Le telecamere hanno sostituito le macchine fotografiche con un miglioramento notevole in fatto di zoom e qualità dell’immagine notturna nonché la certezza che quello che si vede nel display è quello che viene effettivamente documentato senza più dover aspettare lo sviluppo della pellicola come accadeva una volta. Ma un impulso importante è stato dato anche all’attività informativa attraverso la rete internet. Una volta bisognava recarsi al Pra o alla Camera di Commercio o all’Anagrafe comunale per fare visure e certificati, cose che oggi possiamo far direttamente dall’ufficio grazie a collegamenti diretti con le banche dati pubbliche. Così come la ricostruzione della personalità non si fa quasi più attraverso una attività di Human Intelligence a attraverso una attività di Open Source Intelligence grazie all’esistenza dei social network. Oggi si trovano molte più informazioni in rete di quante potevano darcene i “confidenti di zona” di una volta. Questo aumento della tecnologia ha sicuramente migliorato determinati aspetti ma ha fatto perdere quell’azione nel saper guidare una auto o una moto e quella capacità di sapere far parlare le persone senza che se ne accorgessero che erano le caratteristiche che si ricercavano in un investigatore. Oggi è più importante che l’investigatore sia un buon conoscitore di applicazioni, reti internet e nuove tecnologie”.
Anche il mondo aziendale, quindi, si avvale della tua attività per investigare sul conto dei dipendenti?
“Oggi il mondo aziendale è la parte più importante del lavoro delle agenzie investigative. Le aziende hanno sempre più bisogno di controlli affinché non escano dagli stabilimenti informazioni riservate sui loro prodotti allo stesso tempo hanno necessità di verificare quali sono i dipendenti che compiono illeciti all’interno dell’azienda. Si va infatti da controlli su dipendenti che commettono furti all’interno dell’azienda a quelli che rubano gasolio dai mezzi aziendali, a quelli che timbrano il cartellino per conto dell’amico e viceversa, quelli che abusano dei permessi 104 o di malattie e infortuni per svolgere seconde attività lavorative a quelli che vendono segreti aziendali alla concorrenza a quelli che durante l’orario di lavoro effettuano una seconda attività lavorativa mediante il pc aziendale. Questi elencati sono solo una parte dei casi maggiormente richiesti, ma a questi si aggiungono altri casi che comunque riguardano illeciti sia contrattuali che di carattere penale commessi da dipendenti”.