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Cronaca
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Ex Barbate, il Comune ordina la demolizione “in attesa di eventuali sviluppi”

24 ottobre 2023 | 00:01
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Ex Barbate, il Comune ordina la demolizione “in attesa di eventuali sviluppi”

La proprietà potrebbe scegliere di ricorrere al Consiglio di Stato

“Annullamento titoli edilizi”, “rettifica dell’ordinanza” ma soprattutto “demolizione delle opere relative realizzate”. Alla fine del percorso del Tar, per il complesso delle ex Barbate e relativa piscina è arrivata anche la ‘scure’ del Comune. L’amministrazione, nei giorni scorsi, non ha infatti potuto che prendere atto dell’esito della sentenza pubblicata nei giorni scorsi dal Tribunale Amministrativo Regionale, imponendo al proprietario del complesso Felice Candigliota di procedere alla demolizione delle opere che non rispettano i vincoli previsti dalla normativa vigente.

“Un atto dovuto” lo definiscono oggi in Comune “in attesa di eventuali sviluppi”. Questi ultimi, altro non possono essere che l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, che la proprietà delle strutture aveva già dichiarato di stare vagliando insieme ai propri legali. Il problema principale è che i lavori delle strutture non riferite al casolare originario, dove oggi ci sono ristorante e bar, sarebbero stati realizzati senza una previa “verifica della compatibilità fra interesse paesaggistico tutelato ed intervento progettato”, come recita la legge. In sostanza, doveva essere richiesta un’autorizzazione, eventualmente concessa solo dopo un’analisi della documentazione urbanistica. Fra le molte cose finite sul tavolo dei giudici vi era anche la compatibilità paesaggistica che sarebbe stata violata da alcuni manufatti al momento della loro costruzione, legata all’eccessiva vicinanza alle sponde del torrente Chiecina.

Le opere contese, lo precisiamo, sono tutte state realizzate dai precedenti proprietari de Le Barbate, complesso che oggi è nominato “La Giara”. A fare da spartiacque fra opere lecite ed illecite secondo i giudici, o comunque fra quelle passibili di eventuale sanatoria o meno, è l’entrata in vigore del “D.Lgs n. 157 del 2006, che ha reso più stringenti i presupposti per la regolarizzazione paesaggistica”. Usando questo criterio, in pratica il Tar ha deciso di valutare in modo diverso manufatti e strutture a seconda che fossero stati realizzati prima o dopo il 2006. Se la piscina e i campi sono stati realizzati con concessione edilizia del 2004, tale concessione era scaduta al momento della realizzazione delle opere di finitura.

Proprio la piscina, cuore pulsante dell’attività estiva del centro, è la struttura principale fra quelle interessate dall’ordinanza, con la quale adesso il Comune chiede la “completa e totale demolizione di ogni opera edilizia realizzata in ragione dei titoli edilizi annullati” entro 90 giorni.