“Siamo riusciti a ottenere la sospensione delle aste” per le case pagate ma non di proprietà

L’annuncio della vicesindaco alla Consulta. “La speranza è di aprire una nuova partita di trattativa”
Crac della cooperativa Primavera 90: una soluzione ancora non c’è, ma intanto le aste giudiziarie sono sospese. E’ quanto venuto fuori in occasione della Consulta di Ponte a Egola, che aveva la questione come punto all’ordine del giorno insieme alla nuova casa della salute.
Il crac della cooperativa che rischia di mettere in mezzo alla strada oltre 24 famiglie che avevano acquistato totalmente o in parte le case nelle quali vivono da quasi 20 anni, quasi tutte residenti in via Contrada Nuova, ha occupato infatti una bella fetta della discussione. “Siamo riusciti ad ottenere la sospensione delle aste giudiziarie – ha annunciato la vicesindaca Elisa Montanelli –. La coordinatrice del dipartimento del Ministero Sviluppo Economico che se ne occupa ci ha rassicurato dicendo che il Ministero si sarebbe fatto carico di ricontrollare le pratiche dei liquidatori, per questo hanno sospeso l’asta. La speranza, adesso, è quella di aprire una nuova partita di trattativa”.
Le aste giudiziarie avrebbero dovuto tenersi a giorni, il prossimo 16 ottobre. Storia paradossale, che riguarda, ad oggi, almeno tre zone residenziali fra Montelupo, Fornacette e anche la frazione di Ponte a Egola, dove a seguito della cessione di alcuni terreni dell’area Peep, il Comune nel 2002 e poi nel 2008 aveva stipulato con la cooperativa una convenzione. Sono almeno 24 le famiglie nel quartiere sanminiatese ad essere coinvolte nel pagamento totale o parziale delle abitazioni: da chi al momento dello stato d’insolvenza aveva versato poco meno di 15mila euro, a chi aveva di fatto finito di pagare l’immobile, per cifre che viaggiano fra 150 e 200mila euro. Il montante dei soldi spesi, per le case coinvolte nel territorio comunale di San Miniato, supera i 4 milioni, con la Banca Nazionale del Lavoro fra i primi creditori della cooperativa ormai liquidata.
“Un guaio enorme che coinvolge anche il Comune – ha ricordato Alfredo Salace, uno dei ponteaegolesi coinvolti –. I terreni erano di proprietà comunale e la transazione è avvenuta inizialmente senza un prezzo, fissato solo dopo dal consiglio comunale. Questo ha fatto si che godessero di buoni finanziamenti e ha avuto pessimi effetti sulla quotazione delle case. L’ultima perizia sulle nostre abitazioni, 12 anni fa, ha fissato dei valori che non stanno né in cielo né in terra. Già pagate, adesso ce le dovremmo ricomprare a quei prezzi?”.