Alla Festa del Cacciatore scoppia la protesta degli animalisti

A San Romano una decina di attivisti con striscioni e cartelli fra i quali anche alcuni esponenti politici locali
Rabbia, striscioni e cartelli animalisti questa mattina (1 ottobre) nei pressi del piazzale dei Platani a San Romano, dove si stava tenendo la Festa del Cacciatore. Le associazioni animaliste e contro la caccia hanno così messo in scena la loro protesta contro “animali commerciati come schiavi” e contro la pratica della caccia.
Una protesta composta, autorizzata, che ha giustificato anche la normale presenza delle forze dell’ordine, portando in presidio in tutta una decina di attivisti fra i quali anche alcuni esponenti politici locali, come la consigliera comunale del M5S di Fucecchio Fabrizia Morelli e aderenti al movimento Animalisti Italiani, per i quali era presente in piazza anche la responsabile regionale Claudia Corsini.









“Quello che vogliamo fare è semplicemente sensibilizzare il maggior numero di persone verso la crudeltà che certe iniziative promuovono a danno degli animali – dice Carmen Luciano, storica attivista animalista del Comprensorio – Ormai sono all’ordine del giorno le notizie riguardanti ferimenti, incidenti ed episodi spiacevoli legati alla caccia, anche riguardanti persone che non c’entrano nulla, come la bambina che alcuni giorni fa è stata colpita accidentalmente vicino ad Arezzo. Tutto questo a vantaggio di una pratica, la caccia, che ancora oggi nel 2023 concede ad alcuni, sotto pagamento, di vessare e uccidere animali indifesi la cui vita è già messa a repentaglio ogni giorno da cementificazione, inquinamento, distruzione degli habitat. Senza contare la crudeltà del rinchiudere a vita animali in gabbia per diletto o divertimento”.
Cambio di paradigma che gli animalisti chiedono non solo verso la caccia, ma anche per momenti di socialità come, appunto, le varie Feste del Cacciatore come quella di San Romano. “Ci hanno accusato di essere contro la socialità e di non riconoscere l’importanza che momenti collettivi come quello hanno nel tenere vive delle comunità, come quella di San Romano. Non è assolutamente vero – continua Luciano. – Quello che vorremmo comunicare è che non c’è alcun bisogno di promuovere pratiche superate per organizzare manifestazione a vantaggio di paesi e frazioni”.