Hanno pagato le case ma non sono le loro: andranno all’asta a ottobre. “Il calvario iniziato con il rogito” foto

Quella acquistata dal padre di Coleschi è una delle circa 30 abitazioni finite nel crac di Primavera 90

Avevano acquistato le case a ‘stadi di avanzamento’ dall’ormai celebre cooperativa Primavera 90. Adesso potrebbero essere costretti a ricomprarsi le case per la seconda volta, per evitare lo sfratto. E’ quanto denuncia Leandro Coleschi, residente in una delle oltre 20 abitazioni di via Contrada Nuova a San Miniato.

La sua casa, affacciata su uno dei quartieri residenziali più nuovi di Ponte a Egola, è solo una delle circa 30 abitazioni che ormai dai primi anni Duemila sono state ‘inghiottite’ dal dramma del crac di ‘Primavera 90’, cooperativa sottoposta a liquidazione coatta amministrativa e rimasta invischiata in una spinosa questione giudiziaria al Tribunale di Firenze.

Storia paradossale, che riguarda, ad oggi, almeno tre zone residenziali fra Montelupo, Fornacette e anche la frazione di Ponte a Egola, dove a seguito della cessione di alcuni terreni dell’area Peep, il Comune nel 2002 e poi nel 2008 aveva stipulato con la cooperativa una convenzione. “In pratica – racconta Coleschi –, la cooperativa si impegnava a costruire sull’area Peep una serie di palazzine, da vendere ad una serie di soggetti specifici, con determinate caratteristiche, fra cui ad esempio il non essere in possesso di prima casa. Una sorta di vendita agevolata. I pagamenti dovevano procedere per stati di avanzamento e così è stato. Nel caso della mia casa, mio padre finì di pagare tutto, ben 151mila euro di quegli anni, per potersi insediare nell’abitazione a lavori conclusi”.

Il caso Coleschi non è l’unico. Sono almeno 24 le famiglie nel quartiere sanminiatese ad essere coinvolte nel pagamento totale o parziale delle abitazioni: da chi al momento dello stato d’insolvenza aveva versato poco meno di 15mila euro, a chi aveva di fatto finito di pagare l’immobile, per cifre che viaggiano fra 150 e 200mila euro. Il montante dei soldi spesi, per le case coinvolte nel territorio comunale di San Miniato, supera i 4 milioni. “Al momento di stipulare il rogito, il passaggio di proprietà, è iniziato il nostro calvario – racconta Coleschi –. La cooperativa non ha mai ottemperato e anzi è iniziato il procedimento che ha rivelato lo stato patrimoniale ed economico della cooperativa”. La Primavera 90, sottoposta dal 2010 alla procedura di liquidazione coatta amministrativa, fu poi dichiarata insolvente dal tribunale di Firenze nel dicembre dello stesso anno.

Era l’inizio delle carte bollate: secondo le accuse formulate dai pm in sede processuale, alla base del fallimento vi sarebbe stata un’opera di liberazione della cooperativa dei suoi beni sociali da parte della famiglia Pagliai, ai vertici della cooperativa, per un ingiusto profitto. Un caso passato attraverso ben due sentenze, nel 2017 e nel 2020, con condanne alleviate in secondo grado, previa una richiesta di concordato con rinuncia di impugnazione, che avevano colpito: Olinto Pagliai (amministratore delegato della cooperativa) a 6 anni e 6 mesi, l’amministratore unico Filippo Pagliai a 4 anni, la figlia Elena a 3 anni, Alessio Zetti (socio di una società riconducibile a Pagliai secondo l’accusa) a 4 anni e Sandro Terramoto a 3 anni e 10 mesi, genero di Olinto Pagliai.

“Il liquidatore ha come mandato il recuperare quanto più possibile – spiega Coleschi –. Ad oggi non c’è uno strumento giuridico che permetta a tutti noi di acquisire le case nelle quali abitiamo da anni, se non partecipare all’asta in ottobre”. In pratica, la soluzione ad oggi più concreta, sarebbe ricomprarsi per la seconda volta le abitazioni. La casa di Coleschi, acquistata all’epoca per 150mila euro, adesso ha base d’asta 180mila. Con la paura, annessa, di qualche speculazione. “Abitiamo in queste case da anni, le abbiamo pagate. Persone come mio padre hanno raccolto onestamente i risparmi di una vita per comprarsi una casa, mentre altri hanno fatto ingiusti profitti. Siamo ancora qui a sperare che nessuno voglia sfrattarci di casa”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.