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Cronaca
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Assolda i sicari per vendicare la morte del fratello, 5 in carcere

15 settembre 2023 | 08:48
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Assolda i sicari per vendicare la morte del fratello, 5 in carcere
Assolda i sicari per vendicare la morte del fratello, 5 in carcere
Assolda i sicari per vendicare la morte del fratello, 5 in carcere
Assolda i sicari per vendicare la morte del fratello, 5 in carcere

L’omicidio a Castelnuovo Val di Cecina: indagine dei Carabinieri con l’Interpol

Era agosto 2022 quando una sparatoria in strada scosse la tranquilla provincia pisana. Ora, per quella vendetta ha portato all’arresto, in Italia e Albania, di 5 persone. Un uomo infatti, secondo le complesse indagini dei carabinieri che hanno fatto largo uso delle intercettazioni, aveva assoldato un gruppo di sicari per vendicare la morte del fratello secondo il codice del “Kanun“, un rito del codice consuetudinario albanese che impone di vendicare l’uccisione di familiari consanguinei.

Il comando provinciale carabinieri di Pisa, alle prime luci dell’alba di oggi 15 settembre, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere emessa su richiesta della Procura nei confronti di una compagine criminale costituita da 5 soggetti – di cui 3 di nazionalità italiana e 2 albanese – ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato in concorso di Elson Kalaveri, commesso a Castelnuovo Val di Cecina (PI), porto abusivo di armi e contraffazione di targhe.

L’attività relativa all’arresto in Albania di uno degli indagati è stata resa possibile in virtù della collaborazione con il Magistrato italiano di collegamento in Albania e la sinergica azione di coordinamento con la Polizia di Stato albanese, assicurata dall’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania e della II Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Secondo l’indagine, l’omicidio era stato premeditato da uno degli indagati, di nazionalità albanese, fratello di un soggetto dapprima ferito dalla vittima dell’omicidio durante una lite in Albania (nel 2014) e successivamente deceduto a seguito delle lesioni riportate (nel 2019) e portato materialmente a compimento da un gruppo di fuoco composto dai restanti tre indagati, di nazionalità italiana, con l’ausilio di un connazionale del mandante, residente a Castelnuovo Val di Cecina.

L’investigazione, complessa e articolata, si è avvalsa di una consistente attività di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali su decine di soggetti, supportate da accertamenti tradizionali svolti sull’intero territorio nazionale (in ragione della estrema mobilità degli indagati) e da riscontri investigativi tecnici particolarmente accurati e gravosi (analitica georicostruzione, attraverso i sistemi di videotelecamere, del percorso seguito dagli indagati da e per il luogo del delitto) – integrate dal prezioso ausilio fornito dall’esito delle analisi tecnico-scientifiche condotte dai Ris di Roma e Parma.

I contatti tra il mandante e la banda sono iniziati a giugno 2022, prima con il basista e poi con un componente del gruppo di fuoco in area napoletana, tentando di intraprendere un primo contatto “indiretto” con la vittima, non riuscendovi. A luglio è ripreso il contatto con il basista assoldando “un gruppo di fuoco” composto da 3 sicari (il soggetto precedentemente contattato e altri due sodali, tutti residenti nella provincia di Napoli e Caserta).

A quel punto è stato organizzato, per il 18 agosto 2022, un vero e proprio agguato nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, laddove il sodalizio riusciva ad attirare in una trappola il citato Kalaveri – con la scusa della restituzione di una somma di denaro vantata dalla vittima nei confronti del basista – nella piazza principale del borgo di Sasso Pisano (frazione del citato comune di Castelnuovo Val di Cecina), laddove il gruppo di fuoco, mediante l’utilizzo di 2 pistole semi automatiche di diverso calibro, esplodendo complessivamente 16 colpi, alcuni dei quali attingevano mortalmente la vittima, che decedeva sul posto. Successivamente, i sicari abbandonavano repentinamente il luogo dell’agguato mortale, con 2 autovetture, avvalendosi di targhe contraffate per eludere l’identificazione di uno dei due mezzi utilizzati per la fuga.

Accertati anche l’acquisto e l’attivazione di schede telefoniche con intestazione fittizia, consegnate ad un componente del gruppo di fuoco ed al basista, le trasferte in Toscana dei componenti del gruppo di fuoco per effettuare sopralluoghi preliminari e per portare l’auto – poco meno di due mesi prima dell’evento – che i sicari utilizzeranno per commettere l’omicidio.
Il giorno dell’omicidio, la vittima arriva a Sasso Pisano verso le 17 e si sofferma a scambiare qualche parola con il basista, per poi dirigersi verso un bar dove viene raggiunto dal basista.
Dopo circa 50 minuti giunge la vettura utilizzata per l’agguato (Lancia Y) – verosimilmente con due individui all’interno vestiti di scuro – e dopo circa mezz’ora, con una seconda autovettura (Fiat 500) a brevissima distanza, fa ingresso nell’abitato di Sasso Pisano; nella prima vi è solo il conducente, nella seconda oltre al guidatore, anche il passeggero.

L’ingresso in paese è stato definito un “pattugliamento” della zona da parte dei due veicoli, con numerosi passaggi e scambi ripetuti di occupanti. All’uscita della vittima e del basista dal bar, viene rilevato il transito della Fiat proveniente dal centro abitato di Sasso Pisano, con il solo conducente, che si allontana dalla frazione per poi ricongiungersi, dopo l’agguato, sulla via del ritorno in area campana.
Nel frattempo, la Lancia Y viene rilevata mentre va verso la via Cavour di Sasso Pisano e torna indietro con due persone a bordo e si va a posizionare sul luogo dell’agguato, dove la vittima giunge a bordo di una Mercedes con un’altra persona e viene attinta con più colpi di arma da fuoco calibro 9×21 mm e 45 ACP; la Mercedes viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’ufficio postale, mentre tenta una fuga a retromarcia, seguita, dopo 26 secondi, dalla Lancia il cui conducente è palesemente armato di pistola.

Dopo la fuga, la Lancia Y e la Fiat 500 vengono riprese una prima volta, in transito veloce, dalle telecamere di videosorveglianza del Comune di Monterotondo (appaiate l’una all’altra) ed una seconda volta, lungo il tragitto per Napoli, nell’area di servizio “Casilina Ovest”, dove i veicoli si riuniscono e mentre la Fiat riprende la marcia, uno degli indagati ferma la Lancia per rifornirla. Infine, le due auto imboccano l’uscita per Villa Literno, dove risulta dimorare il mandante quando si trova in Italia.