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Cronaca
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Portò l’Avis a Staffoli, ciao Checco

12 agosto 2023 | 12:55
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Portò l’Avis a Staffoli, ciao Checco

E’ stato fondatore, donatore e anima dell’associazione

E’ una tra le associazioni più attive del territorio, non solo negli scopi specifici dell’associazione ma anche nell’organizzazione di eventi e iniziative per la frazione di Santa Croce sull’Arno. Oggi però l’Avis di Staffoli è stretta nell’abbraccio al suo fondatore e donatore costante e presente, Francesco della Maggiore, morto a 80 anni. Lascia la moglie e due figlie.

Muratore e tuttofare d’altri tempi, ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione del Centro Avis. Era impossibile non apprezzare l’essere schietto, onesto fino a sembrare scontroso, concentrato sugli altri e sempre disponibile. Non era facile trovarlo, ma spesso bastava cercare all’Avis.

“Non era semplice rintracciare Francesco – è il ricordo della sua associazione, che da oggi è un po’ più povera -. Se (come spesso succedeva) non rispondeva al telefono e a casa non c’era, poteva essere soltanto in due posti: nella valle o all’Avis. Se era nella valle lo vedevi da lontano, scendendo la strada di Ferretto: il cancello era aperto e la macchia rossa (negli ultimi tempi bianca) del Porter si staccava inconfondibilmente dal verde dell’erba.

Anche lì, spesso, era a preparare qualcosa per l’Avis: raccogliere i sapori per la cucina, costruire qualcosa con il legno come lui sapeva fare, prendere qualche arnese per andare a fare qualcosa lassù. Già, lassù. Perché chi vive l’Avis da dentro basta dire ‘lassù’ per indicare il centro Avis, dove si fanno le feste. Lassù Francesco ci ha passato tanto tempo, tanta vita. Fondatore, a lungo donatore, per sempre avisino dentro nell’organizzazione delle feste.

Un carattere schietto, forte e senza peli sulla lingua. Non ci voleva molto per discutere con lui. A volte si arrabbiava tanto e andava a casa. Poi passava un’ora e lo vedevi ritornare, calmissimo, e tutto era passato. Sempre pronto alla risata e alle battute, sono memorabili le feste invernali e le gite in sua presenza. Indimenticabili anche le ultime scenette che abbiamo realizzato con lui, e quelle fatte per la Festa della Carità. La sua vita, la sua storia, è un tutt’uno con la nostra e ci piace pensare di trovare ancora una volta il Porter lassù, parcheggiato davanti la cucina o dietro la pizzeria, e lui intento a preparare le sue famose patate al forno”.