Hanno sottratto il patrimonio alla ditta fallita: sequestrati 900mila euro

Spariti anche i libri contabili. Ai Domiciliari un amministratore di fatto, 6 misure interdittive del divieto di esercitare
Eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza misure cautelari personali e reali per plurime ipotesi di bancarotta fraudolenta ai danni di una società fallita che a Firenze si occupava della compravendita e ristrutturazione di beni immobili.
In particolare, il provvedimento pone agli arresti domiciliari un amministratore di fatto della ditta fallita, mentre 6 sono le misure interdittive del divieto di esercitare, per la durata di 1 anno, attività professionali o imprenditoriali per altrettanti indagati tra soci, amministratori e liquidatori. Disposto anche il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di oltre 900mila euro, corrispondenti alle distrazioni operate a danno del patrimonio della fallita, che hanno reso altresì inefficace la procedura di riscossione dell’Erario.
L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze e diretta dalla Procura della Repubblica di Firenze, ha permesso di individuare, sulla base degli elementi di prova sinora raccolti e secondo l’ipotesi vagliata dal giudice nel provvedimento in corso di esecuzione, un presunto sistema in base al quale gli indagati, attraverso la sistematica interposizione di un terzo quale amministratore di diritto nonché liquidatore ed eseguendo le istruzioni del «dominus» (pluripregiudicato, in passato già condannato per reati di bancarotta fraudolenta ed a capo di un gruppo imprenditoriale a gestione familiare), avrebbero privato la fallita del suo intero patrimonio attraverso un’attività di dismissione dello stesso.
Nel dettaglio, gli indagati avrebbero sottratto circa 900mila euro effettuando bonifici o prelievi dai conti correnti della fallita a loro beneficio ovvero di persone fisiche o giuridiche a loro legate. Inoltre, stipulando un contratto di vendita simulato, gli indagati avrebbero ceduto due unità immobiliari e appezzamenti di terreno della fallita a favore di una società a loro riconducibile, senza mai versare il prezzo pattuito, rendendo così inefficace la procedura di riscossione da parte dell’Erario dei debiti accumulati, pari a circa 700mila euro, pari al 90% del passivo fallimentare.
Infine, per ostacolare la ricostruzione delle condotte fraudolente e recare, così, ulteriore danno ai creditori, sarebbero state sottratte o distrutte tutte le scritture contabili obbligatorie.