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Cronaca
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Ventinove tentati suicidi in un anno nel carcere di Pisa

29 giugno 2023 | 18:29
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Ventinove tentati suicidi in un anno nel carcere di Pisa

I numeri del disagio: nel 2022 quasi mille atti di autolesionismo

Quattro suicidi lo scorso anno nelle carceri toscane, tutti a Sollicciano. Nello stesso arco temporale 110 sono stati quelli tentati con punte di 29 a Pisa, 28 nel nuovo complesso penitenziario di Firenze e 19 a Livorno.Per quanto riguarda gli atti di autolesionismo sono stati 912: 380 a Sollicciano, 163 a Pisa e 139 a Prato.

A lanciare il grido d’allarme sulla situazione del disagio psichico nelle strutture toscane è stato il Garante regionale dei diritti dei detenuti Giuseppe Fanfani in occasione del convegno “Il rischio di stare in carcere”.  Fanfani ha poi ricordato che è in corso uno studio sulla situazione della psichiatria all’interno del carcere. Dai dati nazionali è emerso che fra i detenuti ci sono circa il 10% di malati psichiatrici, addirittura il 60% viene curato con psicofarmaci. Un sistema, ha sottolineato, che che presenta delle pecche sempre maggiori: sia nelle dimensioni ridotte degli spazi nel carcere sia nel numero e qualità del personale di sorveglianza. Ci sono categorie di detenuti diverse: da quelli appartenenti a categorie pericolose come le organizzazioni mafiose a persone più deboli che devono essere tutelate dallo stato. “È sbagliata la distruzione sistematica della speranza del detenuto per il reinserimento nella società e nel lavoro, mentre bisogna ricostruire un sistema sociale e operare sul reinserimento nel lavoro che consentano di rendere più tollerabile la permanenza negli istituti penitenziari”.

Nel suo video saluto Antonio Mazzeo presidente del Consiglio regionale ha sottolineato come il tema affrontato sia di “grande attualità. Le istituzioni non fanno ancora tutto quello che è necessario per affrontare questa delicata problematica. Dai fatti di cronaca emerge le difficoltà di affrontare in modo compiuto le problematiche connesse alla situazione psichiatrica nelle nostre carceri. Il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalla situazione che vivono i detenuti negli istituti penitenziari, perché è fondamentale offrire a chi deve scontare una pena occasioni di reinserimento sociale e lavorativo”.