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Cronaca
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Pesci al mercurio nei fiumi del territorio: il report Arpat

16 giugno 2023 | 21:10
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Pesci al mercurio nei fiumi del territorio: il report Arpat

Riscontrato nel 100% dei campioni monitorati livelli di contaminazione seppure con differenti concentrazioni

In uno degli ultimi dossier pubblicati da Arpat, “Monitoraggio ambientale corpi idrici superficiali: fiumi, laghi, acque di transizione”, alcuni dati sono più inquietanti di altri mentre altri segnano e sottolineano un trend in lieve miglioramento ma resta molto da fare per ottenere una qualità eccellente delle acque dolci regionali. Il quadro definitivo della qualità ecologica e chimica della Toscana si otterrà a fine 2024, quando verrà elaborato il set completo di dati che ammonterà a varie decine di migliaia di analisi, sia chimiche che biologiche.

Ma si possono ad ogni modo osservare alcuni dati già emersi in passato e che nel report relativo allo scorso anno sono riemersi in tutta la loro problematicità e criticità per l’ambiente e per gli esseri umani e viventi. I parametri sono fondamentalmente due: stato chimico e stato ecologico. Per quanto riguarda l’Usciana, l’Ombrone, e alcuni bacini idrici di San Miniato e Fucecchio, i risultati sono a dir poco allarmanti. Intanto Arpat anche per i pesci di acqua dolce, biota, come era accaduto l’anno scorso per alcuni mammiferi marittimi, ha riscontrato per il 100% dei campioni monitorati livelli di contaminazione seppure con differenti concentrazioni ma spesso sopra le soglie di legge. E si parla di trote, tinche, carpe e altri pesci d’acqua dolce appunto. Ma c’è di più.

Questi pesci anche nel bacino Arno Usciana e nel bacino Arno Ombrone sono risultati contaminati in alcune zone da mercurio e poli bromurati o ritardanti di fiamma utilizzati per render ignifughi i materiali. Mentre nella matrice acqua nel bacino Arno Elsa a San Miniato sono stati ritrovati Pfos e derivati (della famiglia dei Pfas) e mercurio così come a Fucecchio nel bacino Arno asta principale, per cui lo stato chimico è stato catalogato come “non buono”. Stesso discorso in località Calcinaia, come per altre in regione. In pratica tutti i pesci sono contaminati, a vario livello, e in alcune zone lo stato chimico delle acque è risultato “non buono”, per via della presenza di sostanze a dir poco pericolose.

Scrive Arpat molto chiaramente nel dossier: “Come si può osservare nella tabella sottostante, tutti i campioni di biota risultano classificati non buono, a causa del superamento della concentrazione ammessa dalla normativa ambientale vigente, di mercurio e difenileteri (ritardanti di fiamma)”. Più in generale lo stato ecologico dei fiumi toscani per Arpat nel 2022 è buono al 32%, sufficiente al 47% e scarso al 21%, mentre per lo stato chimico è buono al 60% e non buono al 40%. Numeri che la dicono lunga più di mille parole.