
La classifica di Agenas “premia” Pisa, Siena e Careggi
Tutte e tre promosse le Aziende ospedaliere pubbliche della Toscana: rientrano tra le nove, su cinquantatré, che nel 2022 hanno mantenuto un’alta performance. A dare i “voti” è Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che si riferisce solo alle Aziende ospedaliere: non dunque ad ospedali che dipendono dalle Asl, ad istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (gli Irccs) come il Meyer fiorentino o alle aziende socio sanitatarie territoriali che in Lombardia hanno sostituito le Aziende ospedaliere. Le nove al top sono Siena, Careggi, Pisa, Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola Bologna; e gli ospedali Santa Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano di Torino.
“Rispetto al 2019, ovvero prima del Covid, le aziende che in Italia hanno saputo esprimere alte performance si è quasi dimezzato” commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al Diritto alla salute, Simone Bezzini. Allora erano infatti diciassette. “Il fatto che le nostre aziende ospedaliere siano tutte rimaste nel gruppo di testa – proseguono – conferma ancora una volta la grande resilienza durante la pandemia del sistema sanitario toscano: un attestato di qualità, anche in questo caso, per la nostra sanità pubblica”.
La valutazione ha applicato per la prima volta il nuovo modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale, misurando la capacità delle aziende di conseguire obiettivi assistenziali quanto a cure ed accessibilità ai servizi in rapporto alle risorse disponibili. Un giudizio dunque anche sul loro buon uso ed ottimizzazione.
“Il che non vuol dire – proseguono Giani e Bezzini – che con questa classifica si cancellano le preoccupazioni sulla tenuta dei nostri sistema sanitari e i problemi che ci sono. La richiesta al Governo rimane sempre la stessa: ampliare le risorse ed inverstire di più sulla sanità pubblica, al netto dei maggiori costi per le bollette e l’inflazione che devono essere ristorati con ulteriori fondi per far sì che non vadano ad erodere risorse invece destinate alla cura dei cittadini”.