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Riciclaggio, in Toscana più segnalazioni che in Sicilia: crescono a Firenze, calano a Pisa

6 maggio 2023 | 10:41
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Riciclaggio, in Toscana più segnalazioni che in Sicilia: crescono a Firenze, calano a Pisa

I dati del dossier di Bankitalia

Riciclaggio, il più alto numero di segnalazioni di operazioni sospette in un solo semestre. Queste la lapidarie conclusioni di Bankitalia. In Toscana, Lucca e Firenze hanno il maggior trend di crescita rispetto all’anno precedente insieme a Prato e Siena. L’ennesimo allarme stavolta proviene dall’organo economico più autorevole e cioè Bankitalia che ha pubblicato il dossier relativo al secondo semestre dello scorso anno concludendo quindi le analisi in merito rispetto al 2022. La situazione più grave è in Lombardia, mentre la Toscana ha superato la Sicilia dal 2021 al 2022 per numero di segnalazioni di operazioni di sospetto riciclaggio, piazzandosi al V posto a livello nazionale.

Dia, procuratore regionale facente funzioni all’inaugurazione dell’anno giudiziario, e l’osservatorio regionale sulla criminalità organizzata, avevano già sottolineato ampiamente il rischio a cui da anni è sottoposta la regione Toscana, considerata da tempo ormai terra di conquista per “fare affari e ripulire e riciclare denaro” e ora si aggiunge anche la Banca d’Italia. Le operazioni di polizia e magistratura in tal senso e in questa direzione andrebbero quindi “irrobustite” con ogni mezzo necessario prima che sia troppo tardi. I report conclusivo per il 2022 consente di tirare le somme. Nel Paese le operazioni sospette di riciclaggio segnalate sono state circa 155mila, in costante aumento dal 2018. In Toscana rispetto al 2021 si è passati da circa 8mila operazioni sospette e segnalate all’Uif (unità di informazione finanziaria) di Bankitalia a circa 9mila, e a Firenze tali operazioni sospette sono passate da 1421 del 2021 a 2780 nel 2022, a Lucca sono aumentate da 685 a 835, Arezzo è scesa da 616 a 595, Grosseto è scesa da 419 a 386, Livorno da 638 a 732, Massa da 430 a 442, Pisa è scesa da 734 a 640, Pistoia da 604 a 605, Prato da 587 a 1002, Siena da 594 a 956. Dal 2007 infatti un decreto legislativo coinvolge un’ampia platea di soggetti (obbligati), costituita da intermediari bancari e finanziari, altri operatori finanziari, professionisti nell’esercizio della professione in forma individuale, associata o societaria, altri operatori non finanziari, prestatori di servizi di gioco, società di gestione accentrata di strumenti finanziari e di gestione dei mercati regolamentati di strumenti finanziari, di portare a conoscenza della Uif di Bankitalia, mediante l’invio di una segnalazione di operazioni sospette, le operazioni per le quali “Sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa”. Si tratta appunto di operazione sospette ma che sono indicative dell’allarma riciclaggio esistente in Toscana, a maggior ragione visto che le segnalazioni sono in aumento.

Scrive Bankitalia nel report: “Nel secondo semestre del 2022 si registra un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, facendo registrare il più alto numero di sos ricevuti in un semestre. Nel periodo la Uif ha ricevuto 127 richieste di collaborazione dall’Autorità giudiziaria. Per quanto riguarda la collaborazione con le Fiu estere, sono pervenute alla UIF  815 richieste o informative spontanee e oltre 43.000 segnalazioni cross-border da Fiu della Ue, in significativo aumento rispetto al semestre precedente. Sempre nel semestre sono stati avviati 5 accertamenti ispettivi nei confronti di intermediari bancari e finanziari e di operatori non finanziari, tra cui un concessionario di gioco on line e un prestatore di servizi in valuta virtuale; è stata conclusa una verifica cartolare su un intermediario attivo nel peer-to-peer lending”. Il sospetto può essere desunto da caratteristiche, entità e natura delle operazioni, dal loro collegamento o frazionamento o da qualsiasi altra circostanza conosciuta dai segnalanti in ragione delle funzioni esercitate, tenuto conto anche della capacità economica o dell’attività svolta dai soggetti cui le operazioni sono riferite. Il sospetto deve fondarsi su una valutazione compiuta di tutti gli elementi delle operazioni, oggettivi e soggettivi, a disposizione dei segnalanti, acquisiti nell’ambito dell’attività svolta ovvero a seguito del conferimento di un incarico. Le iniziative delle forze dell’ordine e della magistratura per contrastare tali fenomeni inquietanti, illegali e pericolosi non saranno mai abbastanza, bisogna mettere in condizioni chi è in prima linea di avere tutti gli strumenti necessari a disposizione per verificare al meglio ogni singola segnalazione. In ballo c’è molto di più di quello che si potrebbe pensare.