Aggressione alla psichiatra, l’ordine dei medici di Firenze: “Servono iniziative concrete”

Tanti interventi da ordini professionali e sindacati con un solo obiettivo: tutelare la sicurezza dei professionisti sanitari

Aggressione alla psichiatra all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, tanti gli interventi degli ordini professionali e dei sindacati che stigmatizzano la situazione e alzano il livello di allarme.

“Il primo pensiero va a Barbara Capovani, aggredita barbaramente fuori dall’ospedale in cui lavora come psichiatra, ai suoi figli e alla sua famiglia. Il secondo pensiero è una domanda molto amara: quanto tempo ancora ci vorrà per far capire a tutti che il medico è un alleato e non un nemico del paziente?”. Il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoriatri di Firenze, Pietro Dattolo, esprime così vicinanza alla famiglia e ai colleghi di Barbara Capovani, la psichiatra aggredita fuori dall’ospedale di Santa Chiara a Pisa.

“Poco più di un mese fa – ricorda Dattolo – avevamo rilanciato l’allarme sulle aggressioni ai colleghi in occasione della Giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori nazionali. Una piaga italiana di cui la Toscana è tutt’altro che esente. Purtroppo la sensazione è che le nostre parole, come quelle della nostra Federazione nazionale, siano state portate via dal vento. Sono troppi gli allarmi inascoltati, non solo il nostro”.

“Servono – conclude Dattolo – iniziative concrete per permettere a medici e infermieri di poter lavorare in sicurezza, iniziative da concordaree con la Prefettura e le direzioni Asl, e serve soprattutto un grande lavoro culturale, di sensibilizzazione, per far capire ai pazienti che noi siamo dalla loro parte, non contro”.

Anche l’Ordine dei medici di Grosseto interviene sull’aggressione alla psichiatra di Pisa accaduta venerdì scorso all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. “Si può morire per il proprio lavoro? – si domanda la presidente dell’Omceo di Grosseto, Paola Pasqualini – Barbara Capovani ha subito un’aggressione cruenta ed oggi è ricoverata in condizioni critiche. Prima di tutto voglio esprimere la  vicinanza del nostro Ordine al medico e alla sua famiglia. Fatti del genere non dovrebbero accadere, eppure ancora una volta ci troviamo a dover fare i conti con un atto di violenza ai danni di un operatore sanitario. Non possiamo più stupirci: ogni giorno un professionista subisce una violenza, fisica o verbale. E le donne della categoria sono quelle maggiormente colpite. In Toscana, nel 2022, si sono verificate 1258 aggressioni a medici e operatori sanitari degli ospedali, di cui 935 verbali e 323 fisiche, con conseguenti 193 denunce per infortuni. Non si tratta di casi sporadici, l’azienda sanitaria, le istituzioni locali e la Regione adesso devono agire a tutela del personale socio sanitario”.

“Lo chiediamo da tempo – prosegue l’ordine maremmano – e lo ricordiamo, la legge 113 del 2020 Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni nasce da una nostra richiesta. Ma abbiamo capito, non basta. Adesso serve un cambiamento culturale, dobbiamo costruire un patto con i cittadini. Dobbiamo, tutti insieme, far capire alla popolazione che la nostra categoria non è la loro nemica, che anche noi subiamo le criticità organizzative ed economiche che investono la sanità pubblica, che il nostro obiettivo è lo stesso dei pazienti, vogliamo entrambi trovare la soluzione migliore al problema di salute che si presenta. La nostra professione è complessa e assolviamo un ruolo molto delicato perché siamo coloro cui si affidano le persone nei momenti difficili: ma come possiamo lavorare con serenità se ogni giorno accadono episodi di violenza ai danni di colleghi? Non siamo responsabili di ogni disservizio della sanità pubblica, siamo coloro che cercano soluzioni, che lavorano in situazioni di forte stress, che non prendono le ferie per presidiare il proprio reparto perché siamo sempre meno, perché molti di noi scelgono di lavorare nel privato, perché, specialmente a Grosseto, non si riescono a trovare medici interessati a operare nella nostra azienda. E non si tratta solo di casi di violenza ma anche del malessere dei pazienti e delle famiglie che si riversa in critiche pesanti, spesso ingiustificate, che vengono fatte attraverso i media o i social e che screditano la professionalità di noi operatori. Un malessere che si diffonde tra la popolazione e che non fa che aumentare la sfiducia nei confronti di medici e operatori socio sanitari. Insieme dobbiamo trovare delle soluzioni che riqualifichino la professione e diano risposte certe e veloci ai pazienti”.

“Apprendiamo che nel pomeriggio di venerdì scorso di fronte all’Ospedale Santa Chiara di Pisa una psichiatra, la Dottoressa Barbara Capovani, è stata aggredita selvaggiamente da un suo paziente che l’ha ridotta in fin di vita”. Lo dichiara in una nota il segretario nazionale Ugl Salute Gianluca Giuliano. “Si tratta dell’ennesimo atto di follia assoluta che coinvolge personale sanitario in un’escalation di violenza che sembra essere senza fine – continua il sindacalista – Bene ha fatto il governo nel decreto “bollette” ad inasprire ulteriormente le sanzioni nei confronti di chi si macchia di episodi così gravi ma riteniamo opportuno che i posti di pubblica sicurezza ripristinati siano ulteriormente ampliati a tutte le strutture ospedaliere. Alla dottoressa Capovani e ai suoi familiari la nostra solidarietà con l’auspicio di non dover più commentare episodi del genere”.

 

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