“Non è mai accaduto che un paracadutista perdesse conoscenza durante un lancio”

Molti i dubbi in ambito militare sulla dinamica: l’autopsia e le telecamere potrebbero fare luce sulla vicenda
Cosa ha ucciso il sergente maggiore della Folgore Gianluca Spina? Un malore durante il lancio, che gli ha impedito, in stato di incoscienza, di “governare” il paracadute, o lo stesso è stato colto da un infarto che lo ha ucciso durante il lancio di addestramento, organizzato due giorni fa nella zona adibita alle esercitazioni vicino ad Altopascio? Molti i dubbi in ambito militare.
“Non è mai accaduto che un paracadutista perdesse conoscenza o avesse un malore improvviso durante un lancio – spiega alla nostra redazione un alto ufficiale, ora in congedo -. Nelle Forze Armate, ogni mattina, si fa il rapporto sul personale, partendo dal plotone, e via su attraverso compagnia, battaglione, reggimento. Dati che vengono inviati a Roma dove in giornata sanno quanti sono in Italia i militari quel giorno in servizio in sede, quanti all’estero, oppure in ferie, in ospedale, in infermeria, malati in casa… Per ogni posizione arrivano i dettagli.
Ciò vuol dire che la situazione è perfettamente sotto controllo. Da dopo le vaccinazioni anti Covid il numero di militari non in servizio per motivi di salute è cresciuto notevolmente e quelli che sono in servizio hanno perso lo ‘smalto’ dei giorni migliori”.
Anche la Procura militare aprirà una inchiesta sul parà morto? “Sicuramente”, “Dovrebbero”, la risposta di due ufficiali in pensione.
Solo l’autopsia disposta da magistrato della Procura di Pisa, Flavia Alemi, e che verrà eseguita nei prossimi giorni a Medicina Legale, potrà fare luce sulla tragica vicenda. Saranno sentiti anche i commilitoni che erano presenti durante l’esercitazione sul velivolo e sul “campo”.
Nonostante le varie testimonianze che il paracadute, dopo il lancio, si fosse aperto regolarmente,sono state acquisite, dai carabinieri della Compagnia di San Miniato, alla guida della maggiore Francesca Lico, le immagini del sistema di videosorveglianza della casa, a Orentano, nel cui giardino Spina è stato ritrovato cadavere.
Gianluca Spina, originario di Cosenza e di stanza al 186esimo Reggimento della Folgore a Siena, era un parà esperto, con alle spalle moltissimi lanci, e missioni anche all’estero.