Camionisti contro il pedaggio, la protesta sfila in FiPiLi fotogallery

"La scelta intrapresa dalla Regione Toscana va nella direzione sbagliata"

Dalla cabina di guida a quasi due metri dall’asfalto non c’è buca, giunto o sconnessione della strada che non ti faccia sobbalzare, nemmeno a 40 chilometri orari. “E immagina quello che viviamo quando andiamo a 70” ci dice Lorenzo Lepri, aretino, titolare di un’impresa di trasporto che la FiPiLi la percorre praticamente ogni giorno per raggiungere il porto di Livorno. “Sistemala prima questa strada, dammi un servizio. E allora puoi chiedermi anche il pedaggio” aggiunge l’autotrasportatore, mentre ci accompagna fino a Empoli con la carovana di tir lumaca che questa mattina (15 aprile) ha invaso pacificamente la strada di grande comunicazione. Circa un centinaio gli autotrasportatori che hanno risposto all’appello di Cna Fita, arrivando da ogni angolo della Regione e perfino da Emilia-Romagna e Liguria. Tutti insieme all’interporto di San Donato, prima di percorrere la FiPiLi fino all’uscita di Empoli Est per poi tornare al punto di partenza, per protestare contro la decisone della giunta regionale di introdurre un pedaggio selettivo lungo la strada di grande comunicazione. Un pedaggio riservato ai soli mezzi pesanti, secondo quanto previsto da un studio di fattibilità che ipotizza l’installazione di un apposito sistema di telecamere dal 2024 o dal 2025.

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Un’ipotesi “discriminatoria” secondo Cna, ma anche e soprattutto “un pericoloso precedente” che rischia di aprire il campo ad “una sorta di feudalesimo” afferma il responsabile nazionale Cna Fita Mauro Concezzi, “perché domattina – dice – gli altri 19 governatori di Regione potrebbero svegliarsi e decidere di fare altrettanto introducendo oneri, tasse e imposte a proprio piacimento”. La scelta di un pedaggio selettivo, del resto, non ha raffronti nel contesto italiano, neppure nelle Pedemontane lombarde e venete che lo studio di fattibilità della Regione ha indicato come esempi. “Vi assicuro che non esiste niente del genere” dichiara subito il presidente nazionale Cna Fita Patrizio Ricci, bercamasco, che parla di una “scelta discriminatoria che andrà a discapito dell’autotrasporto ma anche dei territori serviti dalla FiPiLi, sulla quale troviamo importanti distretti industriali che rischiano di essere danneggiati”.

Un punto, quest’ultimo, su cui insistono tutti i autotrasportatori, ricordando come proprio lungo la FiPiLi si trovino i più importanti distretti industriali toscani. “Non possiamo sentirci dire dal presidente Giani che gli autotrasportatori usano la FiPiLi al posto dell’A11 per non pagare – aggiunge il presidente regionale Cna Fita Luca Tonini – Se partiamo da Firenze lungo questa arteria troviamo il polo della moda di Scandicci, le vetrerie di Empoli, il comprensorio del cuoio e i poli tecnologici, senza dimenticare l’importanza del porto di Livorno. Pensare di percorrere l’autostrada Firenze-mare per raggiungere questi distretti è improponibile, anche perché sono collegati all’autostrada da una viabilità locale che attraversa i centri abitati e sulla quale i nostri mezzi non possono transitare”.

Ad ogni modo, Cna Fita sottolinea come l’incidenza del traffico pesante rispetto al totale della FiPiLi sia solo del 15%, “ben al di sotto di quella è la percezione generale” fa notare Mariacaterina Frallonardo, raccontando di aver incontrato i consiglieri regionali che saranno chiamati a decidere, “contrapponendo a sensazioni empiriche dei fatti concreti”, in vista di una discussione che secondo il cronoprogramma dovrà arrivare in consiglio regionale già nel mese di maggio.

“Quello che più ci ha dato fastidio – aggiunge il presidente dell’Unione Cna Fita Toscana Michele Santoni – è sentir dire che il miglioramento della FiPiLi e la realizzazione della terza corsia saranno possibili grazie a finanze aggiuntive che si autogenerano, così come sentirci dire che non prendiamo la Firenze-mare perché passando di qua è gratis. Ma questo pedaggio non sarebbe stato giusto neppure se avesse riguardato tutti. Vicino all’uscita di Scandicci è stato aperto a febbraio il cantiere per realizzare un chilometro di terza corsia con un investimento di 4 milioni. Facendo un rapido calcolo, sui 120 chilometri di FiPiLi ed escludendone 40 dove la terza corsia non è possibile, ci vorrebbero 320 milioni di euro e i lavori finirebbero fra 30 anni. Noi avevamo fatto delle proposte per dei collegamenti paralleli, ma l’assessore in tutta onestà ci ha detto che la politica ha deciso e che hanno bisogno di queste risorse”.

Per provare ad ostacolare una strada che sembra tracciata non resta comunque molto tempo. Per questo il presidente regionale Tonini annuncia che Cna è pronta a dar battaglia: “Ma ci muoveremo in punta di diritto – precisa – perché secondo noi questo pedaggio selettivo è una misura incostituzionale”. “Abbiamo già pronta una lettera al ministro delle infrastrutture Matteo Salvini – aggiunge il responsabile nazionale Concezzi – per spiegare le difficoltà di questa arteria e il danno che questa misura causerebbe alle nostre aziende”. Un danno che Cna ha stimato in circa 8mila euro l’anno in più per ogni automezzo. “Un’incidenza che non è sopportabile – secondo Concezzi – e che il settore non sarebbe in grado, per la sua frammentazione, di scaricare sull’utenza finale, aggravando il deficit di competitività delle nostre aziende. Alla fine i committenti preferiranno sempre più spesso le aziende straniere, con un grave danno per l’economia nazionale”.

Un’analisi condivisa anche dal gruppo regionale della Lega, che ha partecipato all’iniziativa di stamani con il consigliere Massimiliano Baldini, che parla di un “provvedimento discriminatorio e vessatorio”. “Sono quasi due mesi – continua Baldini – che ho provveduto a formalizzare alla presidente della Quarta Commissione la richiesta di audire i rappresentanti degli autotrasportatori, ma ancora non si è provveduto a fissare un’apposita seduta. Ho fatto presente, proprio al presidente Giani, tutti i limiti di questa normativa e le pesanti ripercussioni che le imprese ed i lavoratori sarebbero costretti a sopportare. La Lega condivide questa battaglia e si farà portavoce con i propri rappresentanti al Governo per sensibilizzare su una situazione che rischia di penalizzare oltre 5000 imprese”.