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Keu, risultati choc dalla relazione scientifica: il cromo a contatto con acqua e umidità diventa esavalente

11 aprile 2023 | 15:46
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Keu, risultati choc dalla relazione scientifica: il cromo a contatto con acqua e umidità diventa esavalente

Pubblicato lo studio realizzato dall’università di Pisa nell’ambito della convenzione stipulata con Arpat e Regione

Il cromo trivalente presente nel Keu si trasforma nella forma esavalente (tra la 6 sostanze più pericolose al mondo) alla presenza di acqua e umidità.

Questi i risultati choc della relazione scientifica. È stato pubblicato lo studio realizzato dall’università di Pisa nell’ambito della convenzione stipulata con Arpat e Regione Toscana sul Keu. Il cromo trivalente contenuto nel Keu, cioè nel materiale di risulta del lavoro delle concerie, a determinate condizioni di temperatura e umidità, si ossida e si trasforma nel pericolosissimo cromo esavalente. Questa la dirompente conclusione scientifica dello studio che finirà inesorabilmente agli atti del processo della Dda per tutti i capi di imputazione relativi ai danni ambientali.

Parole chiare, secche e lapidarie che non lasciano spazio a dubbi ed equivoci: il Keu finito nell’asfalto, anche se in un primo momento non si è rilevata la presenza del cromo esavalente, potrebbe svilupparlo più tardi nel tempo. Lo studio dimostra che ne potrebbe mutare nella sua forma esavalente, che ricordiamo è una delle sostanze più pericolose al mondo per la salute e l’ambiente. Quindi il Keu va maneggiato secondo precise indicazioni per evitare che si trasformi in una bomba per la natura e la salute dell’uomo. Si legge infatti nello studio: “È da notare che il Keu genera condizioni alcaline, e questo favorirebbe l’ossidazione del Cromo presente nella grimaldiite. È dunque possibile che sia questa fase responsabile della ossidazione osservata nel Keu in condizioni di umidità e presenza di ossigeno. La caratterizzazione del Keu evidenzia che CrOOH si forma essenzialmente a seguito del raffreddamento con acqua. Questa osservazione è in accordo qualitativo con la formazione di CrOOH in natura ed in esperimenti di sintesi, che avviene in condizioni idrotermali.  Una verifica empirica è stata ottenuta dal confronto degli effetti di invecchiamento nella formazione di Cr(VI) su un campione considerando che questi ultimi non sono stati raffreddati con acqua. I risultati dopo invecchiamento di due mesi in condizioni di umidità relativa 90 per cento e ossigeno atmosferico sono illustrati e dimostrano come nei campioni di Keu non raffreddati con acqua e non contenenti quantità apprezzabili di CrOOH la formazione di Cr(VI) nel tempo sia trascurabile. È necessario sottolineare che questi risultati sono da intendersi come preliminari, e ulteriori studi e verifiche sono necessarie”.

Conclusioni dello studio sul Keu

I risultati ottenuti, relative alla caratterizzazione del Keu, permettono di trarre queste considerazioni conclusive sintetiche: il Keu contiene cromo esclusivamente nella forma trivalente al momento della produzione; il cromo trivalente è in fasi Fe-Cr tipo spinello, srebrodolskite e in idrossidi CrOOH tipo grimaldiite; dati di letteratura riportano che presenza di ossigeno atmosferico e in condizioni alcaline il cromo trivalente del CrOOH si ossida ad esavalente; in questa ipotesi, il CrOOH presente nel Keu è la fase responsabile che trasforma il Keu da materiale inerte a sorgente di cromo esavalente; Questo è confermato dagli esperimenti di invecchiamento; il CrOOH si forma essenzialmente nella fase di raffreddamento con acqua del Keu dopo pirolisi e sinterizzazione; i prodotti di sinterizzazione prima del raffreddamento con acqua sono caratterizzati da scarsa/assente grimaldiite ed il cromo trivalente è contenuto esclusivamente in fasi stabili, resistenti alla ossidazione ed alla alterazione nelle tipiche condizioni ambientali; Ulteriori studi sono comunque necessari per verificare questa ipotesi ed in particolare per approfondire i processi che portano alla formazione di CrOOH e le trasformazioni mineralogiche associate alla idratazione”.

I risultati figli di uno sforzo internazionale

Il report (circa 70 pagine) dunque contiene i risultati della prima fase dello studio realizzato nell’ambito della Convenzione per la caratterizzazione del Keu e studio dei processi di rilascio di inquinanti con particolare riferimento a cromo esavalente stipulata con il Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Pisa e relativa alle caratteristiche del materiale nel tempo. Il gruppo di lavoro che ha redatto la relazione è davvero imponente oltre che internazionale: coordinato all’iniversità di Pisa comprende personale e laboratori delle seguenti istituzioni e centri di ricerca: Dipartimento di scienze della terra della Regione Toscana, Dipartimento di chimica e chimica Industriale, Istituto di chimica dei composti organo metallici del Cnr, Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr, Istituto italiano di tecnologia di Genova, Elettra Sincrotrone di Trieste, Sesame Synchrotron-Light in the Middle East di Allan (Giordania) e Alsglobal Stable Isotope Laboratory, Lulea (Svezia). I 12 campionamenti analizzati provengono dall’impianto del Consorzio Aquarno spa. Il report completo è scaricabile sul sito ufficiale di Arpat.

Compito della Dda e della politica ora valutare le conseguenze di queste conferme scientifiche sul comportamento del Keu. Sperando che, come richiesto nello studio, si finanzino le ulteriori analisi, indispensabili per chiudere il cerchio. Non mancheranno discussioni e dibattiti.