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Usciana in condizioni critiche, ma non per l’ex depuratore: niente risarcimenti

23 marzo 2023 | 11:25
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Usciana in condizioni critiche, ma non per l’ex depuratore: niente risarcimenti

Lo ha detto il Ministero, rispondendo a un’istanza dell’Unione Inquilini per chiedere la riparazione del danno ambientale. “Colpa dell’antropizzazione”

L’Usciana è in condizioni critiche, ma è praticamente impossibile collegare la situazione ecologica del fiume a singoli casi di sversamento illecito di reflui conciari, ad esempio per stabilire un risarcimento in sede civile a seguito dei fatti finiti con condanne ai vertici dell’ormai ex Consorzio Conciatori di Fucecchio.

Lo ha stabilito il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in risposta a un’istanza presentata dall’Unione Inquilini Valdarno Inferiore, a firma dell’avvocato Luca Scarselli, in merito agli eventuali strascichi in sede civile della vicenda dell’ormai ex depuratore di Ponte a Cappiano. La vicenda, relativa all’accusa ai vertici del Consorzio Conciatori di Fucecchio di aver permesso lo sversamento di liquami in Usciana nel periodo fra il 2006 ed il 2012 al fine di far conseguire all’ente un ingiusto profitto, è stata chiusa a livello penale dalla Corte di Cassazione nel novembre del 2021, con condanna definitiva per l’ex presidente del consiglio di amministrazione dell’ex consorzio conciario fucecchiese.

Intento dell’Unione Inquilini era quella di capire se si fosse provveduto alla riparazione del danno ambientale e se fosse stato richiesto, in sede civile, il pagamento del danno ambientale da tutti i soggetti coinvolti, sia persone fisiche che giuridiche. Questione alla quale il Ministero risponde negativamente. Lo stato dell’Usciana, come da numerosi atti dell’Arpat redatti negli ultimi decenni, non è ottimo. Tale situazione però, secondo i tecnici del Ministero che in questo caso si è avvalso della consulenza dell’Ispra, non può essere collegata in modo diretto al caso specifico del processo al Consorzio Conciatori di Fucecchio ed è dovuta in generale alla pressione antropica cui è sottoposto il fiume ormai a livello storico. Spulciando nelle tabelle della stessa Ispra, si scopre che lo stato delle acque nei monitoraggi dal 2011 al 2019 è sempre “non buono” per alcuni parametri chimici, in particolare sul fronte dei metalli pesanti e per il misuratore degli inquinanti COD.

Manca però, in questo caso, il nesso con il caso fucecchiese già passato in giudicato a livello penale. “Con nota prot. n. 47831 del 30.11.2021, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Firenze, ha rappresentato che per attivare un’azione risarcitoria civile, era necessario dimostrare sia l’an, che il quantum del danno ambientale, il cui onere probatorio era a carico del Ministero” si legge nella risposta recapitata all’Unione Inquilini. “Non si ritiene possibile, alla luce di quanto esposto, individuare la sussistenza di un nesso causale tra i fatti oggetto del procedimento penale e le criticità riguardanti gli stati chimico ed ecologico del Canale Usciana” continua il Ministero, che aggiunge: “A fronte di una potenziale idoneità dei fatti a causare un danno ambientale, così come riconosciuta in sede penale, dall’analisi dei dati, condotta in ambito SNPA, emerge senza dubbio una criticità in termini di carichi inquinanti immessi nell’ambiente (valori allo scarico oltre i limiti consentiti). Tale fattispecie, però, non rappresenta nel caso di specie un danno ambientale risarcibile (né attuale né temporaneo) ai sensi della parte sesta del Dlgs 152/2006, in quanto non emerge un nesso causale tra gli inquinanti scaricati in modo illecito dal depuratore e un deterioramento dello stato ecologico e dello stato chimico del Canale Usciana”.