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Cronaca
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Seguì il marito che ha fatto carriera, a 21 anni dal divorzio ottiene il mantenimento

14 febbraio 2023 | 18:46
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Seguì il marito che ha fatto carriera, a 21 anni dal divorzio ottiene il mantenimento

Lei non chiese niente perché lavorava ma ora la pensione è troppo bassa

Storica sentenza del Tribunale di Firenze che andrà ad ampliare la cosiddetta giurisprudenza per tutti i casi simili. In sede di divorzio non aveva chiesto nulla all’ex marito perché all’epoca guadagnava circa 1.400 euro al mese ma poi, qualche anno dopo, arrivata al momento della pensione, si era vista corrispondere dall’Inps circa 850 euro al mese, e a quel punto ha chiesto al tribunale distrettuale toscano competente, la rivisitazione degli accordi divorzili, e i giudici fiorentini le hanno dato ragione.

Questo è potuto accadere perché la donna, tramite i suoi legali, è riuscita a dimostrare di essersi affacciata al mondo del lavoro tardivamente per via di una scelta familiare assunta insieme al marito, quando erano sposati. L’uomo infatti è un alto ufficiale dell’esercito, un generale, e anche lui ora è andato in pensione ma, come si legge in sentenza, con 170mila euro all’anno, per il grado e le funzioni svolte per lo Stato italiano e i giudici ricostruendo in aula la sua carriera oltre al suo stato patrimoniale, mobiliare e immobiliare, sono giunti alla conclusione che per via degli spostamenti in varie regioni italiane, sua moglie dell’epoca non avrebbe trovato lavoro perché si è occupata della famiglia contribuendo alla tranquillità della stessa, non privando padre e figli della convivenza ma seguendo l’uomo in tutte le città dove veniva mandato dall’esercito, e questo per i giudici è la prova provata che tutto ciò è accaduto per via di un accordo tra le parti.

Inevitabile quindi che in sentenza abbiamo infine condannato l’uomo a pagare alla sua ex moglie 500 euro al mese con interessi e rivalutazione a partire da quando il divorzio è passato in giudicato e anche se in quella sede non aveva chiesto nulla. Si legge infatti in sentenza: “I coniugi, che contraevano matrimonio nel 1971, si separavano consensualmente dopo venti anni di matrimonio, con decreto omologato dal Tribunale di Pisa del 1991, divenuto divorzio nel 2022; ma nell’accordo di separazione non era previsto alcun contributo al mantenimento della donna; si prevedeva, invece, che la medesima restasse a vivere nella casa coniugale, in comproprietà, che, invece, era tenuto al versamento di 850 euro mensili per il mantenimento della figlia. Il generale, infatti, aveva una pensione di circa 170.000 euro annui ed aveva riscosso anche un ottimo tfr. Da un punto di vista patrimoniale, poi, la donna aveva un unico immobile di cinque stanze, oltre alla metà della casa familiare nel Pisano con il coniuge, mentre l’uomo era titolare di ventisette immobili”.

E infine la parte forse più importante della sentenza, quella che sarà ripresa da altri Tribunali per vicende analoghe. A 21 anni dagli accordi di separazione che non prevedevano nessun mantenimento ora viene riconosciuto. Scrivono i giudici fiorentini, Governatori, Garufi e Schiaretti, nella sentenza pubblicata ieri (13 febbraio): La durata del periodo in cui la donna non ha lavorato (ben sedici anni) non può che essere il frutto di una decisione condivisa con il coniuge che, peraltro, nel frattempo, negli ultimi anni, da solo ha affrontato ulteriori trasferimenti prima dell’incarico definitivo, mentre la donna è rimasta sempre a Pisa con la figlia. Il ritardo con cui la donna è entrata nel mondo del lavoro ha senz’altro influito nella maturazione del diritto alla pensione e nella quantificazione della stessa. La decorrenza dell’assegno di divorzio è dal passaggio in giudicato della sentenza sullo stato del divorzio”. L’uomo ha dovuto versare anche circa 5mila euro di spese di giudizio.