
L’uomo, vicino alla pensione, non ha voluto essere reintegrato
Licenziato in tronco un anno e mezzo fa da una nota società di pancali del Pisano e a pochi anni dalla pensione con un provvedimento che conteneva 5 motivazioni, ma per il giudice solo una corrispondeva al vero e non era grave. I giudici del tribunale di Pisa hanno quindi dichiarato non legittimo il licenziamento per giusta causa invocato dall’azienda, ma hanno preso atto della volontà dell’operaio di non tornare in servizio e hanno quindi condannato la ditta a versargli 17 mensilità per l’ingiusto provvedimento pari a circa 40mila euro, più interessi e spese legali.
Questa la decisione dei giudici sulla vicenda che aveva visto “sotto accusa” uno dei dipendenti che da più anni lavorava per la società forse indotta in errore dalle segnalazioni interne che poi, passate al vaglio del procedimento giudiziario, si sono dimostrate infondate e nell’unico caso veritiero non così gravi da giustificare un provvedimento del genere: due visite a clienti non effettuate nel giorno previsto e a verbale interno.
Le altre motivazioni sono risultate del tutto prive di fondamento dopo che in aula sono state raccolte le documentazioni e le testimonianze relative ai fatti oggetto del licenziamento. Si trattava di travisamenti della società di fatti che si erano svolti in modo diverso. Evidentemente chi aveva segnalato tali comportamenti presunti non aveva indagato a fondo e la ditta avendo creduto a ricostruzioni non veritiere è stata indotta a un licenziamento non legittimo o per giusta causa. Da queste verifiche è emersa la decisione del giudice che con la sentenza pubblicata ieri 8 febbraio ha stabilito il risarcimento per l’ex dipendente da parte della società: circa 40mila euro.