
Al centro del sistema c’era un’azienda con sede a San Miniato
Processo “Bad juice”, si tornerà in aula, a Pisa, il prossimo mese di aprile. Al centro del sistema c’era un’azienda con sede a San Miniato e a processo sono finite 14 persone. Secondo gli investigatori, i succhi di mela biologici e destinati anche al consumo dei bambini erano ottenuti in Serbia partendo da frutti deteriorati o in decomposizione e persino, in alcuni casi, contaminati con prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica.
L’accusa agli imputati è quella di associazione a delinquere finalizzata alla vendita di prodotti realizzati con mele scadenti contaminate da pesticidi e tossine e per questo nocivi e pericolosi per la salute dei consumatori, spacciandoli come prodotti provenienti da agricoltura biologica comunitaria, da destinare anche al baby food. A processo ci sono i fratelli Walter e Giorgio Buonfiglio di 57 e 53 anni imprenditori di Ponsacco e proprietari della Italian Food di San Miniato; Tiziana Poppa, 47 anni, di Calcinaia; Agostino Contursi, 58 anni, di Nocera Inferiore; Ciro Barba, 61 anni, di Nocera Inferiore; Maria Policastro, 48 anni, di Castelfranco di Sotto; Beatrice Caponi, 40 anni, di Pontedera; Franz Schweigkofler, 56 anni, residente in provincia di Bolzano ai capo della Dolomiti Fruits prima delle dimissioni avvenuta nel dicembre scorso dopo il sequestro; Alessandro Cammelli, 57 anni, di Lavis, proprietario della Dolomiti fruits service; Martino Medri, 80anni, imprenditore, titolare della Bagnarese Spa, residente in provincia di Ravenna; Mariateresa Oliva, 31 anni, di Nocera Inferiore; Alexander Ramovic, serbo, 32 anni; Stefano Mantovan, 54 anni, di Legnago, e Fabrizio De Santi, 57 anni, padovano, della Bio Areas.
Si sono costituite come parti civili il Codacons e alcune aziende che ricevevano i prodotti considerati alterati.