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Ferie, permessi, pensionamenti: criticità in Aoup e sindacati sul piede di guerra

20 gennaio 2023 | 09:11
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Ferie, permessi, pensionamenti: criticità in Aoup e sindacati sul piede di guerra

La Rsu: “In assenza di incontri risolutivi chiederemo ai sindacati di attivare lo stato di agitazione

I delegati e le delegate Rsu dell’Aoup, tramite il portavoce Giovanni Battista Marranchelli, rilevano molte criticità relazionali con l’azienda universitaria pisana quando si tratta di affrontare situazioni e questioni ​ sostanziali.

“Tale mancanza è evidente nelle fredde e frequenti comunicazioni di servizio e nell’assenza della consultazione (ex articolo 7 ora articolo 8​ ) all’interno dell’organismo paritetico per l’innovazione. – spiegano -. Ci si perde nell’organizzazione Lean, ma l’aspetto consultivo della partecipazione sindacale sulle innovazioni organizzative​ è di fatto ignorato- In mancanza di un dialogo costruttivo e trasparente, anche con adeguata partecipazione, i problemi non vengono risolti e affrontati non essendo gestiti adeguatamente ed infatti riaffiorano inevitabilmente sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori”.

L’altro aspetto, quello della contrattazione non va meglio:  “Stiamo sempre attendendo i primi incontri entro il 31 gennaio 2023 preceduti da congrui tempi e contenuti informativi – precisano -. L’Aoup appare muoversi ogni giorno come se stesse in uno stato di crisi, ma in realtà sono le criticità quelle da affrontare e risolvere adeguatamente”.

“In sintesi – rendono noto – alcune delle principali problematiche che sottendono radici più profonde e spesso sono rimaste lettera morta perché esiste una eccessiva parcellizzazione di strutture dentro i dipartimenti con decine di direttori, costi eccessivi e significativa frammentazione delle dotazioni organiche che si innesta già sulla conosciuta carenza di personale ed in particolare non vengono sostituite le gravidanze, non vengono sostituite le lunghe assenze, non vengono sostituite le aspettative 104, il personale infermieristico spesso sopperisce alle funzioni di oss, con evidente demansionamento e sottrazione all’assistenza del personale necessario, le ferie ed i permessi ​non vengono concesse per mancanza di personale (più di 80 giorni di ferie non usufruite da parte di diversi lavoratori), ci sono decine di disposizioni di servizio della organizzazione servizi sanitari che, al di là della effettiva chiarezza e della unicità dell’assegnazione del numero di protocollo aziendale, generano incertezza nel chi fa cosa e dove e quando, vengono continuamente spostate professionisti con chiusure e riaperture delle unità operative (anche posti di Terapia Intensiva) senza un apparente filo logico e/o senza avvisare preventivamente tutti gli interessati, si apprende di ​ miriadi di ordini di servizio verbali (non scritti), non protocollati, scoordinati ​ e intempestivi, vengono chiusi posti letto per liberare personale in altri servizi, la Pa21 non viene applicata secondo le modalità concordate non rispettando il numero di pronta disponibilità che viene superato a volte anche con pseudo ordini di servizio richiesti dai coordinatori e avallato dalla direzione infermieristica, le mobilità temporanee avvengono in modo incomprensibile a volte violando gli accordi aziendali, non vengono sostituiti i pensionamenti nei vari ruoli professionale, sanitario, tecnico e amministrativo, il fabbisogno triennale del personale ci viene presentato in forme non facilmente interpretabili”.

“Siamo vicini al 31 gennaio 2023 ed ad oggi non si ha notizia di convocazioni per la contrattazione – aggiungono -. i tecnici di laboratorio hanno subito accorpamenti che non hanno portato a vantaggi percepiti misurabili ​ per l’utenza e per i dipendenti, si introducono improvvisamente dei software per la gestione del personale, senza prima ​ preoccuparsi dei necessari presupposti organizzativi, le responsabilità vengono distribuite verso il basso per esempio, i preposti non vengono scelti prevalentemente dai dirigenti non direttori, ma dal Comparto, alcune figure dirigenziali (i.e. responsabile transizione digitale) sebbene l’azienda non sia priva di dirigenti (come la norma indica) vengono assegnati alle unità operative con futuro possibile depauperamento dei soldi dei fondi del comparto, si tende ad una silente esternalizzazione di alcuni servizi (per esempio è già successo per gli autisti e ora sembra il centralino) non sostituendo il personale che va in pensione fino a che il servizio, con l’acqua alla gola, è costretto alla esternalizzazione, ci sono unità con presidi (letti manuale e barelle obsolete) che non supportano pazienti provenienti dal pronto soccorso che determinano il mancato rispetto dei ​ piani di lavoro dei prescritti, i distributori automatici di divise al presidio di Santa Chiara non sono presenti ed il personale trasferito temporaneamente da Cisanello ha difficoltà nel reperire la divisa. Come se non bastasse il personale sanitario improvvisamente si dovrebbe occupare anche dell’inventario delle giacenze”.

Tali vicissitudini possono produrre effetti ​ sul ​ paziente/utente – questa la preoccupazione -: minor tempo dedicato alla assistenza con conseguente aumento del rischio clinico e incapacità di prestare assistenza nei tempi e nelle modalità ​ previste dalle varie terapie fra le quali quelle oncologiche. Infine, si aggiunga che questa situazione è percepita dai dipendenti come fattore di stress e frustrazione, anche e non solo negli ambiti oncologici,​ per non riuscire a terminare i task giornalieri ed alleviare le varie sofferenze nei tempi previsti”.

Per i motivi  la Rsu dell’azienda ospedaliera pisana, in assenza di incontri risolutivi, chiederà ​ alle proprie sigle sindacali di attivare lo stato di agitazione e tutte quelle forme di civile protesta previste dal contratto e dalle leggi vigenti.