Travolta e uccisa da un’auto mentre attraversa le strisce: maxi risarcimento alla famiglia

Circa 400mila euro per il fratello, la cognata e il nipote conviventi della donna morta in un incidente a San Romano
La tragedia era avvenuta alla fine del 2014, una maledetta fredda mattina autunnale, quando a Montopoli l’anziana donna stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, vicino alla stazione ferroviaria. Ma era stata travolta da un’auto che l’aveva sbattuta a terra e poi uccisa. Così aveva perso la vita a San Romano, nel comune di Montopoli Val d’Arno una signora di 84 anni.
La donna era morta in seguito alle ferite riportate dopo il violento impatto con l’automobile che sopraggiungeva e che l’aveva centrata in pieno mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali per andare a fare la spesa come faceva tutti i giorni perché nonostante l’età stava bene.
Per tentare di salvarla quel giorno maledetto era stato fatto atterrare anche l’elisoccorso Pegaso al campo sportivo, ma non c’era stato nulla da fare. Inutili tutti i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari del 118. La donna era arrivata in ospedale già morta. Il fratello, la moglie e il figlio, che ospitavano da decenni la donna che non era sposata a quel punto hanno richiesto i danni in qualità di eredi all’assicurazione dopo che l’uomo che l’aveva investiva e uccisa aveva patteggiato penalmente la condanna davanti ai giudici del Tribunale di Pisa per omicidio stradale.
Ma la compagnia assicurativa aveva offerto 30mila euro al fratello, e 10mila euro a testa a sua moglie e al figlio, rispettivamente cognata e nipote della defunta, per via dell’età della donna deceduta e per altre motivazioni. La trattativa non va a buon fine perché gli eredi accettano ma solo come anticipo le somme proposte dall’assicurazione e avviano una causa nel 2018 che si è conclusa il 5 gennaio scorso con la sentenza del giudice del Tribunale di Pisa Laura Pastacaldi. La sentenza ha stabilito le nuove somme che ora l’assicurazione dovrà versare agli eredi della donna morta sulle strisce pedonali così suddivise: in favore della cognata convivente, 118.432,58 euro già comprensivi di rivalutazione monetaria e interessi a titolo di danno parentale e 8.403,16 euro a titolo di danno patrimoniale, oltre rivalutazione e interessi dalla data in cui la spesa è stata sostenuta; in favore del fratello convivente, 149.850,49 euro già comprensivi di rivalutazione monetaria e interessi a titolo di danno parentale; in favore di del nipote convivente, 92.761,03 euro già comprensivi di rivalutazione monetaria e interessi a titolo di danno parentale. Condanna i convenuti, in solido, alla rifusione delle spese di lite degli attori, che si liquidano in euro 22.457,00 oltre accessori. Gli 8mila e 400 euro sono stati liquidati per le spese funebri.
Si legge infatti nelle motivazioni della sentenza: “Il tribunale ritiene condivisibile l’orientamento che inquadra la convivenza come requisito individuante un particolare legame affettivo, ma non unico elemento dirimente, sul quale possa basarsi il riconoscimento del presupposto risarcitorio, in quanto le mutate relazioni sociali hanno ormai superato anche la famiglia nucleare. Nel caso di specie, gli attori hanno allegato l’esistenza di un rapporto confidenziale e di un legame affettivo tra le due cognate, basato su una convivenza quarantennale e un legame affettivo e tendenzialmente materno tra la zia e la nipote”. La sentenza è immediatamente esecutiva.