Avrebbe dovuto insegnare a San Miniato, non ha ricevuto convocazione: Miur condannato

La mail è arrivata a indirizzo errato. Riconosciuti compenso e punteggio
E’ una sentenza destinata a fare storia quella che condanna il Miur per un errore del sistema di comunicazione delle supplenze. Il docente precario non riceve comunicazioni per la supplenza che viene assegnata a un altro docente e ora il Ministero dovrà risarcirlo per i danni subiti con circa 20mila euro.
E’ quanto stabilito dai giudici del Tribunale di Bari per un insegnante regolarmente iscritto nelle graduatorie da anni e che già aveva effettuato supplenze in passato che per lo scorso anno scolastico non aveva ricevuto nessuna comunicazione ministeriale, scoprendo poi che la supplenza in un istituto di San Miniato era stata affidata a un collega che però occupava una posizione molto più bassa della sua. Dopo aver provato a chiedere spiegazioni al Miur senza esito, ha deciso di rivolgersi alla magistratura. La sentenza del 14 dicembre scorso ha dell’incredibile.
Il Miur, per un errore del sistema, ha inviato, stando al resoconto processuale, la comunicazione della disponibilità per un anno di supplenza a San Miniato lo scorso anno scolastico al docente che ha vinto la causa ma a un indirizzo mail errato, inducento in errore anche l’istituto sanminiatese. Non ricevendo risposta è stato poi deciso di affidare la supplenza a un altro docente precario iscritto in graduatoria ma in una posizione inferiore. Il Tribunale di Bari ha prima esaminato la procedura per le convocazioni chiarendo che ciascun aspirante a supplenza deve tassativamente indicare nella domanda, a pena di esclusione almeno 2 tra i seguenti sistemi di comunicazione: telefono cellulare; telefono fisso; posta elettronica. Dopodichè le scuole interpellano gli aspiranti a supplenze e ne riscontrano la disponibilità ad accettare la proposta di assunzione mediante l’utilizzo della nota piattaforma “Vivifacile”.
“L’interpello avviene tramite un primo messaggio sms e un successivo messaggio di posta elettronica con tutte le informazioni riguardanti la supplenza offerta. In questo quadro, appare evidente che la convocazione a mezzo di solo sms (o di posta elettronica ad un indirizzo sbagliato) non poteva considerarsi un interpello idoneo”. Secondo i giudici quindi, il docente aveva diritto da un lato al “risarcimento in forma specifica”, (cioè al punteggio che avrebbe maturato qualora le supplenze fossero state assegnate nel rispetto della graduatoria, 24 punti), dall’altro al risarcimento del danno subito. “Sia nell’uno che nell’altro caso, infatti, i danni (perdita delle retribuzioni e mancato conseguimento del punteggio) rappresentano conseguenza immediata e diretta della condotta dell’amministrazione”. Il docente, difeso dagli avvocati Michele Ursini e Simona Rotundo, ha quindi ottenuto la condanna del Miur al pagamento in suo favore della somma di 19.715 euro oltre al riconoscimento di 24 punti per il periodo di servizio illegittimamente negato. Il Miur è stato condannato anche a pagare le spese di lite e di giudizio.