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Cronaca
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Vello d’oro 2, a marzo l’udienza preliminare davanti al gup di Pisa

14 dicembre 2022 | 12:18
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Vello d’oro 2, a marzo l’udienza preliminare davanti al gup di Pisa

Sono 10 gli imputati, 13 nel filone principale

Processo “Vello d’oro 2”, a marzo l’udienza preliminare davanti al gup di Pisa, 10 gli imputati. Nel filone principale del procedimento giudiziario della Dda che si sta svolgendo a Firenze e che vede 13 imputati già nella fase dibattimentale, tra cui imprenditore del comprensorio del cuoio, accusati a vario livello di riciclaggio insieme a calabresi e napoletani, le ipotesi dell’accusa sono simili perché fanno parte di una inchiesta unica poi suddivisa.

Nel 2020 era infatti iniziata la seconda fase dell’operazione antimafia Vello d’Oro, la prima parte si era conclusa nel 2018 e aveva messo in luce complessi meccanismi di riciclaggio e documentato rapporti affaristici tra soggetti vicini al clan camorristico Lo Russo e imprenditori toscani del settore conciario. Al tempo, varie misure erano state notificate a una trentina di soggetti operanti nel settore delle pelli. Scopo principale di questo secondo troncone di indagine della procura distrettuale Antimafia di Firenze è stroncare il reimpiego di capitali di provenienza illecita nella attività imprenditoriali della regione. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Firenze, con il supporto in fase esecutiva dei carabinieri dei comandi provinciali di Pisa e Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Giudice per le indagini preliminari al tribunale di Firenze su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano, nei confronti di 2 persone ritenute responsabili di riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini, svolte con l’ausilio di attività tecniche e attraverso accertamenti di natura contabile e bancaria, hanno dimostrato che, nell’estate del 2015, i due indagati napoletani erano subentrati ai soggetti calabresi legati alle famiglie di ‘ndrangheta dei Nirta e dei Barbaro, rilevando i rapporti illeciti di natura economica con gli imprenditori toscani. Quale intermediario degli imprenditori rimaneva invece inalterato il ruolo di Cosma Damiano Stellitano, già arrestato in esecuzione del provvedimento cautelare. Gli indagati, secondo le indagini, ricevevano fittizi ordinativi di merce attinente il comparto conciario (pellame, grasso animale e altro) da parte di imprese toscane, operanti nel distretto al confine tra le province di Firenze e Pisa e in larga parte già coinvolte nella precedente indagine, emettere false fatture per forniture relative ai fittizi ordinativi di merce ricevendo i pagamenti tramite bonifici bancari e consegnare, al posto della merce indicata nelle false fatture e attraverso una rete di spedizionieri compiacenti, denaro contante di provenienza illecita per centinaia di migliaia di euro, per importi inferiori a quanto ricevuto a titolo di pagamento delle fatture.

Il denaro versato nelle attività economiche toscane veniva impiegato principalmente per retribuire le prestazioni “fuori busta” dei lavoratori dipendenti e ridurre pertanto gli esborsi di carattere previdenziale. Le fatture per operazioni inesistenti venivano invece utilizzate dai medesimi imprenditori toscani per dichiarare elementi passivi fittizi per evadere le imposte sul reddito o sul valore aggiunto: annotando in contabilità le citate false fatture, abbattevano gli utili delle proprie aziende (quindi pagavano una minore imposta sul reddito delle persone giuridiche), registravano un credito Iva fittizio e, quindi, scaricavano sull’erario il “costo” del finanziamento illecitamente ottenuto. A marzo prossimo l’udienza gup per gli imputati di “Vello d’oro 2”.